Nella «rossa» Bologna la giunta comunale sta sperimentando nuovi orizzonti politici, tutto dovuto a spray al peperoncino e manganello per i vigili urbani (o meglio «bastone distanziatore», per non incorrere in questioni ideologiche). Il legame tra Pd e Udc — auspicato da Veltroni e accolto finora con cautela da Casini — a Palazzo Accursio ha già l’ufficialità di un vero e proprio asse: il via libera alle misure di sicurezza supplementari per i vigili urbani, infatti, porta in calce a un ordine del giorno le firme di Claudio Merighi, capogruppo del Pd in Comune, e di Silvia Noè, consigliera comunale e regionale dell’Udc nonché cognata del leader nazionale Pier Ferdinando. La decisione è riuscita a far infuriare praticamente mezza giunta. Intanto perché la Noè ha incassato sì il benestare del suo partito ma fa formalmente parte del gruppo «La tua Bologna», la lista civica legata all’ex sindaco Guazzaloca che invece di appoggiare la scelta ci tiene a prendere le distanze: «Quei due vogliono affossarci — dice il capogruppo Alberto Vannini — ma io non voglio fare la testa di legno: non sarò per forza a capo di un lista civica che poi si trasforma in partito».
In più, proprio sulla questione sicurezza, il vecchio scontro con il centrodestra non si è mai sanato. A luglio, un pacchetto simile era stato trattato dal Pd con An e aveva persino ricevuto il benestare di Fini. Alla fine però Cofferati non firmò l’intesa. Ecco perché oggi molti sputano veleno sull’accordo ma non disdegnano, in linea di principio, spray e bastoni distanziatori: «Qui si sta parlando di ipocriti e traditori — dice l’onorevole Enzo Raisi, presidente di An in consiglio comunale —: quando abbiamo proposto la stessa cosa, il Pd ci rispose che non c’erano le condizioni politiche per portare avanti la proposta e l’Udc gridò allo scandalo solo perché c’eravamo seduti davvero, al tavolo sulla sicurezza con Cofferati». Per questo il centrodestra è intenzionato a votare contro il documento, a meno che — concede Raisi — «Pd e Udc non approvino un mio emendamento in cui ci riconoscano la paternità del progetto e ci chiedano scusa per averlo rifiutato 9 mesi fa. Ma tanto l’Udc ormai è persa alla causa, voglio proprio vedere quanto durerà questo idillio».
Insomma, a Bologna è tutta una questione di priorità e riposizionamenti strategici. Anche il guazzalochiano Vannini, infatti, dice «assolutamente sì a spray e manganello» ma ciò che proprio non concepisce sono «i teatrini della politica»: «Una volta di qua, una volta di là e si finisce con un ordine del giorno che non porterà mai a nessun provvedimento. Perché ai vigili invece non ci pensa Cofferati con una bella delibera? Passerebbe di certo». Al riflesso che l’intera vicenda potrebbe avere a livello nazionale sembra non pensarci nessuno. Ma dopo le pattuglie di «assistenti civici» presentate dall’assessore alla Sicurezza Libero Mancuso, è rimasto solo il Prc a denunciare la «pericolosissima rincorsa a destra » di Bologna: per il capogruppo Roberto Sconciaforni «gli spray, i manganelli, le ronde di studenti e pensionati, dimostrano solo il misero tentativo del Pd di inseguire la Lega. Faremo di tutto perché non passino».