Arcigay: neofascisti tentano irruzione. Un gruppo di «30-40» estremisti di destra «vestiti con giacca e cravatta» hanno cercato di «irrompere» nel corteo del gay pride sventolando «bandiere nere con croce celtica». Lo ha segnalato il presidente di Arcigay Roma, Fabrizio Marrazzo, sostenendo che il gruppo è stato bloccato dalle forze dell’ordine. Il tentativo di irruzione, ha detto ancora Marrazzo, è avvenuto a Piazza Venezia all’incrocio con via dei Fori imperiali, nei pressi dell’altare della patria. Verso le 18,30 almeno una bandiera nera era ancora visibile a piazza Venezia.
No vat occupano piazza San Pietro. Un gruppo di una trentina di appartenenti al movimento "No Vat" ha fatto irruzione in piazza San Pietro in serata srotolando due striscioni. Su uno era scritto "Facciamo Breccia" e sull’altro «"l Vaticano occupa l’Italia, noi occupiamo il Vaticano". Il blitz è durato pochi minuti, poi sono intervenute le forze dell’ordine che hanno bloccato e sgomberato i manifestanti.
Matrimoni gay simbolici sono stati celebrati sul carro di Arcigay dalla deputata lesbica del Pd Paola Concia e dal giornalista omosessuale del Tg1 Stefano Campagna. Le prime ad unirsi sono state Susi e Annalisa, trentenni che stanno insieme da due anni. Poi è stata la volta di Jeff e Domenico, alle spalle «25 anni di amore», come hanno raccontato. "Sposate" anche Luciana e Susanna, 8 anni di unione, e infine Erica e Ornella, insieme da un anno e mezzo. Il rito è stato celebrato con una formula che ricorda uno dei leder storici del movimento gay, Massimo Consoli. Poi ci sono le "coppie possibili" abbigliate con veli bianchi, «ossia – spiega il segretario dell’associazione radicale Certi diritti Sergio Rodasio – quelle che vorrebbero sposarsi ma non possono: due coppie di ragazze lesbiche, una coppia di omosessuali e una di transgender».
Vladimir Luxuria. «Questa manifestazione – ha spiegato Vladimir Luxuria, ex deputato del Prc – arriva subitodopo gravi episodi di violenza verso omosessuali e trans: uno accoltellato a Palermo, altri picchiati dalla polizia al prenestino in un raid anti prostituzione, e dopo la presentazione di un emendamento assurdo al decreto sicurezza da parte di due parlamentari contro la prostituzione». Luxuria sul divieto di utilizzare piazza San Giovanni come punto d’arrivo del corteo ha detto che «su questi temi l’Italia si sta muovendo ma all’indietro, perché non solo dopo 14 anni che facciamo il Gay pride discutono se farlo o no ma ora mettono bocca anche sulle modalità in cui deve essere fatto». Luxuria ha inoltre sottolineato che «la prostituzione viene considerata una manifestazione contro la moralità, presto anche l’omosessualità sarà considerata un reato».
Franco Grillini ex candidato del costituente partito Socialista a sindaco di Roma e direttore di Gaynews ha spiegato che «questo Pride si svolge in un clima politico particolare quindi è più che necessario per riaffermare l’idea di uno stato laico, dove la laicità rappresenta lo spazio neutrale e dove la libertà e l’uguaglianza garantiscono i diritti per tutti». Grillini parla del gay pride come «dell’unica manifestazione di libertà individuale in Italia» dove «sono in atto le prove tecniche di dittatura». Il direttore di Gaynews parla di «rischio di una teocrazia».
Il Gay Pride a Milano. A Milano sullo striscione d’apertura del corteo da Corso Venezia c’era scritto "Ma non togliamo il disturbo". Festosa, chiassosa e colorata come ogni parata degli omosessuali e delle lesbiche, la manifestazione si concluderà in Piazza Castello. Prima della partenza sono stati distribuiti centinaia di foglietti bianchi adesivi con una X rossa che i manifestanti attaccheranno sulla bocca passando in piazza Duomo. «È la nostra forma di protesta – ha detto Aurelio Mancuso, presidente Arcigay – per ribellarci a chi vorrebbe ridurci al silenzio». Il corteo è formato cinque carri addobbati di palloncini e festoni e motivi luccicanti. Molte le bandiere della sinistra democratica, di sinistra critica e dell’Arcigay. Partecipa anche il centro sociale Cantiere e alcuni giovani che portano bandiere del Prc. Tra gli slogan più urlati: «attenta Italia, altro che alzati Italia» parafrasando una delle parole d’ordine della campagna elettorale del Pdl. Molti hanno urlato «Meno cardinali più staminali» e «meno preti più prati». Molti travestimenti e le maschere usate. Tra queste quella con il volto del sindaco di Milano Letizia Moratti.