di Condor
Il New York Times pubblica un commento sulle Olimpiadi che sostiene una tesi estrema, ma intrigante: nte: considerata la loro storia recente, meglio abolirle. L’articolo e’ di Buzz Bissinger, un giornalista-scrittore americano vincitore del premio Pulitzer. Sarebbe un peccato per gli atleti, cui sarebbe vietato di concorrere ai Giochi sotto gli occhi del mondo nel rispetto degli ideali di Pierre de Coubertin, padre delle moderne Olimpiadi? Si’, risponde Bissinger. Ma, aggiunge, non si puo’ non constatare che gli ideali dell’aristocratico francese non si sono realizzati. Buzzinger ripercorre la storia delle Olimpiadi negli ultimi 40 anni:
– Citta’ del Messico, 1968: 10 giorni prima dei giochi a Tlateloco i soldati sparano contro gli studenti che protestavano con un bilancio di 200-300 morti;
– Monaco, 1972: terroristi filo-palestinesi di Settembre Nero prendono in ostaggio un gruppo di atleti israeliani con un bilancio di 11 morti;
– Montreal, 1976: le nuotatrici della Germania Est vincono 11 medaglie su 13. Dopo si scopre che centinaia di atleti tedesco-orientali erano stati dopati per anni al fine di migliorare le loro prestazioni;
– Mosca, 1980: Gli Stati Uniti ed altri 60 Paesi boicottano le Olimpiadi per protesta contro l’invasione sovietica dell’Afghanistan;
– Los Angeles, 1984: in segno di rappresaglia, l’Unione Sovietica e la Germania Est boicottano le Olimpiadi americane;
– Seul, 1988: il canadese Ben Johnson vince i 100 metri maschili e viene poi privato della medaglia perche’ scoperto dopato;
– Atlanta, 1996: attentato dinamitardo con due morti;
– Sydney: l’atleta americana Marion Jones vince 5 medaglie, di cui 3 d’oro, viene scoperta dopata, mente nella successiva inchiesta della magistratura Usa ed e’ attualmente in prigione;
– Salt Lake City, 2002: alle Olimpiadi invernali si scopre che la citta’ ha ottenuto di ospitare i Giochi corrompendo funzionari del Comitato Olimpico Internazionale;
– Atene, 2004: il governo greco spende 12 miliardi di dollari, il 5% del suo Pil, per gli allestimenti olimpici e, passati i Giochi, ammette di non saper che fare di gran parte di quanto costruito;
– Torino, 2006: ai Giochi invernali la polizia irrompe nella residenza del team sciistico austriaco perche’ sospetta la presenza di sostanze dopanti. Due membri del team fuggono dall’Italia.
Il prossimo agosto le Olimpiadi si terranno a Pechino e, visto il triste e drammatico percorso della torcia nel mondo, contestata per via della repressione della Cina comunista in Tibet, l’evento si presenta come un disastro annunciato. C’e’ solo da sperare che non accada il peggio. Si parla di boicottare la cerimonia inaugurale: saranno assenti, tra gli altri, il premier britannico Gordon Brown, il cancelliere tedesco Angela Merkel, e, ma non si sa per certo, il presidente francese Nicolas Sarkozy. Il presidente degli Stati Uniti George Bush ha detto che andra’, ma la sua portavoce precisa che il capo della Casa Bianca ”puo’ cambiare i suoi programmi in ogni momento”.
Ora, alla luce di quanto accaduto, di quanto sta accadendo e di quanto potrebbe accadere, Bussinger propone di eliminare questo costosissimo e pericoloso palcoscenico mondiale dove la fanno da padroni le multinazionali che vogliono i loro prodotti pubblicizzati fin nel piu’ sperduto angolo del mondo, e dove qualsiasi esaltato puo’ con i suoi atti in diretta Tv ottenere un’audience globale. E gli atleti? Potrebbero competere in singoli avvenimenti per singoli sport in determinate citta’ designate in maniera permanente.
Un suggerimento per indurre il mondo a rinunciare alle Olimpiadi Buzz Bissinger ce l’ha: gli Stati Uniti decidano per primi di non partecipare piu’ ai Giochi. Senza di loro qualsiasi Olimpiade sarebbe priva di significato. E le multinazionali dovrebbero prenderne atto. Perche’ gli americani guardano le Olimpiadi in Tv se vi partecipano atleti americani. Senza atleti americani, gli americani le Olimpiadi non le guardano. E senza i consumatori americani davanti alla Tv, le multinazionali e gli affaristi e gli speculatori sarebbero fuori gioco.
