Il settanta per cento dei cieli non è coperto dai radar. Quando un aereo si allontana oltre 350 chilometri dalle coste, sorvola i grandi deserti, gli oceani, ma anche il Mediterraneo, in sostanza è invisibile.
La scomparsa “nel nulla” dell’Airbus 330 di Air France, precipitato con 228 persone a bordo nelle acque dell’Atlantico, non ha niente di misterioso. Una volta entrati in questa sorta di “zone buie” i velivoli, infatti, possono contare solo sugli strumenti di bordo. La loro rotta in realtà, sulla carta, si conosce nei minimi dettagli, ma è veritiera solo nel caso vada tutto come previsto.
Il totale controllo del cieli dovrebbe arrivare entro i prossimi anni. Il continuo aumento dei voli e le previsioni che parlano di un più 5-6 per cento di traffico entro il 2025, infatti, spingono le macchine della ricerca, che sta già sperimentando una nuova tecnologia. Si chiama Ads-B (Automatic Dependent Surveillance-Broadcast), è prodotta in Europa ed è meno costosa dei radar.
Permetterà di non lasciare all’oscuro alcuno spicchio di cielo e di accorciare le distanze di sicurezza tra gli aerei. Ad oggi, infatti, nelle “zone buie” i velivoli devono volare a non meno di 130 chilometri di distanza. Abbassare questo limite significa ottenere più corridoi aerei e, di conseguenza, rispondere alla domanda crescente di voli.
*Scuola Giornalismo Luiss
