I problemi interni dell’Afghanistan sono in buona parte dovuti alla divisione tra gruppi etnici che ne costituiscono la popolazione. Il World Factbook della Cia, ha contato 9 etnie su circa 33 milioni di abitanti: pashtun, tagiki, hazara, uzbeki, kirghizi, turkmeni, baluci, nur e aimaq.
Il gruppo egemone è quello pashtun, che racchiude il 42% della popolazione. Sono loro ad occupare i posti-chiave della politica: a questa razza appartiene il presidente Hamid Karzai. Provenienti dal Pakistan, i pashtun sono prevalentemente dediti all’agricoltura e sono a maggioranza sunnita.
Il 29% degli afghani sono inceve tagiki. Sono stanziati nell’area nordorientale del paese, sono a maggioranza sciita e sono da sempre i maggiori oppositori dei talebani. I tagiki parlano la lingua farsi e sono stati al centro i promotori della legge sul diritto di famiglia, promulgata e poi ritirata, che avrebbe in pratica consentito ai mariti di stuprare le mogli.
Gli hazara, che abitano al centro dell’Afghanistan, costituiscono il 9% della popolazione e sono sopravvissuti nonostante la persecuzione subita dai talebani. Gli uzbeki, che fanno parte del ceppo turco, hanno abbandonato le terre afghane quando si è formata la Repubblica uzbeka.
I turkmeni e i kirghizi sono popolazioni nomadi che abitano rispettivamente nel nord e nell’estremo ovest del paese. Sono sunniti e, dopo la guerra coi russi, si sono rifugiati in Pakistan.
I baluci abitano nelle aree desertiche al confine con l’Iran e, per via del loro nomadismo, non si può stabilire esattamente quanti siano. Gli aimaq, prevalentemente pastori e contadini, sono concentrati soprattutto nei pressi di Herat. Infine ci sono i nur, presenti nell’area orientale dell’Afghanistan dai tempi di Alessandro Magno.