«Il referendum del 21 giugno nasce destinato a fallire, questo lo sanno sia la Lega che il Pdl, che il Pd, a quanto si apprende dall’Agi.
Purtroppo il referendum non raggiungerà il quorum poiché il crollo dell’affluenza alle urne, dovuto dalle due date di voto vicine, volute dalla Lega, è quasi certo».
Lo dice Antonio Di Pietro sul suo blog e aggiunge: «Ribadisco il sì ai quesiti referendari, poiché rispetto le 850 mila firme dei cittadini, ma vorrei sapere dalle altre forze politiche le loro intenzioni sulla riforma della legge elettorale vigente.
Se l’intento è partire dal referendum per cambiare il ‘porcellum’, l’Italia dei Valori è pronta a votare sì. Se l’intenzione è quella di usare strumentalmente le firme dei cittadini per avviare un processo di revisione che si concluda con un ‘porcellum II la soluzione finale’ e con l’eliminazione dei partiti di opposizione, allora questo non lo accetteremo».
Di Pietro conclude: «Il referendum è un punto di partenza indispensabile per sedersi nell’Aula parlamentare con le altre forze politiche e lavorare ad un’altra legge elettorale.
Un sì al referendum senza una corretta revisione della legge elettorale consegnerebbe le chiavi del sistema Paese ad un partito unico di matrice fascista. In soldoni, sì al referendum per perseguire un obiettivo voluto dai cittadini:
costruire una nuova legge elettorale che dia realmente loro la possibilità di esprimere le preferenze, senza accontentarsi di elenchi di nomi scelti dalle segreterie di partito e che tuteli quelle forze politiche che esprimono un’ampia rappresentanza della popolazione in Parlamento».