L’Airbus A330 dell’Air France scomparso domenica scorsa sull’Atlantico con 228 persone a bordo, tra cui 10 italiani, avrebbe dovuto sostituire parte del suo sistema di sensori di velocità dopo che il costruttore, Airbus, aveva consigliato di farlo su alcuni degli A330, a quanto riferisce il New York Times citando Paul-Luis Arslanian, direttore del Bureau d’Enquetes et Analyses (B.E.A.) che sta indagando sul disastro.
Gli inquirenti stanno cercando di accertare se difetti nel sistema di accertamento della velocità possano aver causato la caduta in mare dell’aereo. Il sistema sensorio include una partte chiamata tubo di Pitot, che l’Airbus aveva consigliato di sostituire. Questi tubi sono suscettibili di congelamento se esposti a violente intemperie, le stesse che l’aereo caduto ha incontrato volando da Rio de Janeiro a Parigi.
Arslanian ha dichiarato che ”i sensori dell’aereo caduto non sono stati sostituiti”, ma ha sottolineato che ”è ancora troppo presto per concludere’‘ che un malfunzionamento dei sensori possa essere stata la causa del disastro. ”L’aereo – ha spiegato – avrebbe potuto continuare a volare anche con il sistema in avaria”.
Un portavoce dell’Airbus negli Stati Uniti ha chiarito in una e-mail che il suggerimento di sostituire il tubo di Pitot ”non era considerata una questione di sicurezza”. L’azienda ha dichiarato di aver informato le autorità competenti negli Stati Uniti e in Europa nel 2007, ma un portavoce della Federal Aviation Administration negli Stati Uniti non ha potuto confermare quanto affermato dalla Airbus, aggiungendo che non sembrò necessario modificare il suggerimento dell’Airbus in una richiesta vincolante.
La chiave per capire la causa del disastro, scrive il Times, è probabilmente in fondo all’oceano: le scatole nere ed i registratori di dati e voci sono sommersi ad una profondità di 1.000 – 4.000 metri.
