Economia italiana in stagnazione nel biennio 2008-2009. I consumi e gli investimenti sono fermi. È quanto emerge dal Bollettino economico della Banca d’Italia che sottolinea come «la domanda nazionale ristagnerebbe nell’anno in corso e crescerebbe di poco nel 2009, riflettendo dinamiche appena positive dei consumi e degli investimenti».
Secondo Bankitalia «il reddito disponibile reale del settore privato verrebbe compresso dagli effetti della maggiore inflazione». Per questo, evidenzia il Bollettino, «anche in presenza di una sensibile contrazione del saggio di risparmio, consueta nelle fasi cicliche negative, i consumi privati risulterebbero poco più che stagnanti sia quest’anno sia il prossimo».
La Banca d’Italia rivede al ribasso in maniera significativa le stime sulla crescita del Pil, che si attesterà allo 0,4% sia nel 2008 sia nel 2009. La revisione rispetto alle previsioni di gennaio – spiega palazzo Koch nel Bollettino economico di luglio – è dovuta all’ulteriore deterioramento del contesto internazionale, con «prospettive di espansione del prodotto e degli scambi mondiali divenute meno favorevoli e più incerte». Sono cifre inferiori anche rispetto al Dpef 2009-2013 approvato dal governo a metà giugno, che prevede una crescita dello 0,5% per quest’anno e dello 0,9% l’anno prossimo.
«Per effetto del peggioramento delle condizioni esterne – si legge nel rapporto – si stima ora un ritmo di crescita dell’economia italiana nel biennio 2008-09 sensibilmente inferiore a quello previsto in gennaio. Dopo l’espansione relativamente vivace dei primi tre mesi di quest’anno, il Pil ristagnerebbe nei sette trimestri successivi. L’aumento medio annuo, pari all’1,4% nel 2007, scenderebbe allo 0,4% sia quest’anno sia il prossimo». «La revisione al ribasso delle previsioni di crescita rispetto a gennaio (6 decimi di punto percentuale per il 2008, 7 per il 2009) – spiega Bankitalia – è attribuibile in primo luogo all’effetto degli aumenti dei prezzi delle materie prime importate sui prezzi finali al consumo. Riducendo la capacità di spesa delle famiglie, esso contiene la dinamica dei consumi privati e induce, per via delle minori prospettive di domanda, un ridimensionamento dei piani di accumulazione di capitale da parte delle imprese».
Il Bollettino economico della Banca d’Italia spiega come il debito «ha continuato a decelerare, soprattutto nella componente a medio e lungo termine; in rapporto al reddito disponibile si è mantenuto attorno al 50 per cento, un valore nettamente inferiore a quello medio dell’area dell’euro». Cala insomma il debito delle famiglie italiane ma aumentano gli oneri per interessi e restituzione del capitale. Tuttavia Bankitalia aggiunge che «è proseguito l`aumento degli oneri sostenuti dalle famiglie per il servizio del debito, pagamento degli interessi e restituzione del capitale, che, nei dodici mesi terminanti lo scorso marzo, hanno raggiunto l`8,1 per cento del reddito disponibile, un punto percentuale in più rispetto a un anno prima».
Borse europee a picco. E’ stato un altro martedì nero per i mercati azionari del Vecchio Continente che archiviano la seduta con una perdita pari 147 miliardi di euro. E il bilancio poteva però essere anche peggiore.
Tornano a tremare i mercati finanziari travolti da una nuova ondata di paura e l’euro ne approfitta per stampare un nuovo record contro il dollaro a 1,6038. Il piano messo a punto dalla Fed e dal Tesoro Usa per salvare i due colossi dei mutui Fannie Mae e Freddie Mac non è riuscito a esorcizzare i timori per la tenuta del sistema finanziario americano.
A distanza di quasi un anno si torna ad assistere alle corse agli sportelli dei risparmiatori. Così come era accaduto lo scorso agosto per la britannica Northern Rock, oggi in California anche le filiali della Indymac sono state prese d’assalto dopo l’annuncio del fallimento della banca e il passaggio sotto il controllo delle autorità federali americane. In picchiata i mercati europei trainati al ribasso dal comparto bancario. Anche Wall Street ha aperto in rosso sulla scia dei timori per la tenuta del sistema finanziario. Gli indici di borsa americani perdono oltre l’1% e quelli europei, che a un’ora dalla chiusura registravano pedite intorno al 3%, recuperano nel finale ma chiudono in netto calo. Londra perde il 2,42%, Parigi 1,96%, mentre Francoforte lascia sul terreno il 1,91%. Chiude in rosso anche a Piazza Affari con il Mibtel a -2,55%.
Il presidente della Fed, Ben Bernanke, in audizione al Congresso ha sottolineato che i mercati finanziari restano sotto pressione e che la priorità della banca centrale Usa è riportare la stabilità. Bernanke ha sottolineato inoltre che gli aumenti dei prezzi dell’energia, la stretta sul credito e la contrazione del mercato immobiliare rappresentano tutti i «rischi al ribasso» per la crescita. Dal canto suo il presidente degli Stati Uniti, George W. Bush, ha chiesto al Congresso di approvare velocemente il piano di salvataggio di Fannie Mae e Freddie Mac che non hanno superato il test dei mercati. Secondo Bush le due agenzie parastatali devono continuare ad avere azionisti privati.
