«L’Italia è uno dei Paesi con la situazione peggiore per quanto riguarda il costo del lavoro». Lo ha dichiarato il commissario europeo all’economia, Joaquin Almunia, nel corso di una conferenza stampa al workshop Ambrosetti, aggiungendo che «questo ha indebolito la competitività». Secondo Almunia, «compensare gli aumenti dei prezzi con aumenti dei salari non porta a nulla. È necessario invece migliorare la competitività e abbassare il costo del lavoro».
«INCERTEZZA» – Il commissario europeo ha ovviamente affrontato anche le prospettive dell’economia mondiale. Secondo Almunia, l’Europa e l’area dell’euro stanno subendo un «rallentamento molto pronunciato» e la ripresa non ci sarà prima dell’inizio del prossimo anno. Non solo, anche su questa speranza grava una elevata incertezza, ha avvertito Almunia. «In parte dipenderà da quello che faremo», e in quest’ottica ha spronato i ministri finanziari dell’eurozona – che la prossima settimana si riuniranno per vertici informali di Ecofin e eurogruppo – a trovare una forte posizione unitaria, presupposto per favorire una ripresa del clima di fiducia di imprese e famiglie. «È molto difficile fare previsioni per il futuro dell’economia», ha detto Almunia.
BARROSO – Anche il presidente della Commissione europea, Josè Manuel Barroso, ha ammesso che l’area dell’euro sta subendo un chiaro rallentamento della crescita economica, ma ha invitato a evitare gli eccessi di pessimismo. «Spero che l’Unione Europea riuscirà a evitare una recessione» ha affermato a margine dei lavori. La prossima settimana la stessa Commissione europea diffonderà le previsioni aggiornate per la crescita economica dei mesi a venire. «C’è un rallentamento – ha osservato Barroso – dobbiamo restare molto attenti, ma evitiamo di drammatizzare».
TRICHET – A Cernobbio ha parlato anche il presidente della Bce Jean-Claude Trichet, secondo cui ci sono «troppi preconcetti popolari» sull’esperienza economica dell’Eurozona e sulla politica monetaria. Dal 1999 – spiega – l’Eurozona ha registrato «la più bassa volatilità dell’inflazione e un’inflazione media al 2,1% più bassa di quella americana». Trichet ha aggiunto che tale evoluzione dell’inflazione «non è stata assicurata a spese di una maggiore volatilità o peggio di una peggiore evoluzione delle variabili reali dell’economia». Trichet ha confermato però che l’economia europea ha «toccato il fondo» e che la frenata della crescita si protrarrà per tutta l’ultima parte del 2008, mentre «per una graduale ripresa bisognerà attendere il 2009». «Secondo le nostre stime, appena pubblicate – ha dichiarato – nel secondo e terzo trimestre di quest’anno abbiamo toccato il fondo. E ora ci attendiamo una graduale ripresa»
NAPOLITANO – Tra i vari interventi durante il workshop, c’è stato anche quello in videoconferenza del presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano. Il Capo dello Stato si è detto preoccupato: «Guardo anch’io alle elezioni europee con apprensione perché nei nostri Paesi si è diffuso un certo euroscetticismo – ha spiegato -. Non c’è dubbio che il maggiore o minore scetticismo è legato alle risposte che l’Unione sa dare. È necessario che i dirigenti parlino ai cittadini per spiegare cosa è stata e quali sono le potenzialità dell’Europa». Secondo il capo dello Stato la situazione è anche legata al particolare momento economico: «In un momento di crisi è necessario fare da parte della classe politica un discorso di verità ai cittadini».
«POLITICHE COMUNI» – Nell’attuale momento storico, ha aggiunto, «l’accento non può non cadere sulla assoluta e impellente necessità di un effettivo protagonismo europeo sul piano internazionale, di una decisa accelerazione verso una politica estera e di sicurezza davvero comune dell’Unione Europea». Riferendosi alle crisi nell’Est europeo, Napolitano ha osservato che «un segnale positivo dinnanzi alla crisi georgiana, che molto ci preoccupa, è venuto nei giorni scorsi dal Consiglio europeo».
CHENEY E AZNAR – A Cernobbio, nel secondo giorno del workshop Ambrosetti, è stata anche la giornata del vice presidente americano, Dick Cheney, che ha incontrato l’ex premier spagnolo Jose Maria Aznar. Un faccia a faccia di circa trenta minuti dedicato alla crisi in Georgia, ral apporto dell’Occidente con la Russia, alla Nato, all’Europa, alla situazione internazionale. I contenuti dell’incontro sono stati riferiti dallo stesso Aznar: «L’incontro è andato molto bene, Cheney è un grande amico». Poi il vice presidente Usa ha avuto un colloquio con il presidente israeliano Shimon Peres sulle crisi in Medio Oriente e Georgia. Alla fine del colloquio Peres ha spiegato che si è parlato «della situazione in Medio Oriente, delle sue prospettive».