Amanda Knox/ Il delitto di Perugia. “Foxy Knoxy” in tribunale per raccontare la sua verità

Amanda Marie Knox vuole parlare per raccontare la sua verità, cioè che con l’omicidio di Meredith Kercher non c’entra.

Venerdì 12 giugno e sabato 13  sarà in udienza insieme al suo ex fidanzato Raffaele Sollecito davanti alla Corte d’assise di Perugia.

Si tratta di uno dei momenti chiave del dibattimento: pur potendo avvalersi della facoltà di non parlare Amanda, che il 9 luglio prossimo compirà 22 anni «intende rispondere a tutti e su tutto», come dichiarato da uno dei suoi avvocati Luciano Ghirga.

Poco prima del suo arresto la Knox sostenne con la polizia di essere stata presente nella casa di via della Pergola al momento dell’omicidio pur non avendovi partecipato. poco dopo, accusò Patrick Lumumba (poi riconosciuto totalmente estraneo e quindi prosciolto) che – secondo la sua versione iniziale – si era invaghito della studentessa inglese. «Ricordo confusamente che l’ha uccisa lui» disse.

In una dichiarazione spontanea scritta, consegnata alla polizia prima di essere condotta in carcere, espresse poi «seri dubbi» sulla verità delle sue dichiarazioni perché «rese sotto la pressione di stress, shock e perché esausta». «Nella mente ho avuto dei flash in cui vedo Patrick in immagini confuse: la verità è che non sono certa della verità».

Dalle indagini emerse l’estraneità al delitto di Patrick Lumumba: secondo la procura di Perugia nella casa di via della Pergola c’erano invece la Knox, Sollecito e Rudy Guede (già condannato a 30 anni) e furono loro – ritiene l’accusa – a uccidere la ragazza inglese.

Amanda Marie Knox, «Foxy Knoxy», volpe furba, come la chiamavano le amiche con le quali giocava a calcio, è pronta a ricostruire in questi due giorni la sua verità, davanti alla Corte di Perugia.

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Lorenzo Briotti