Ancelotti: “Responsabilità, serenità, stadi e arbitri: il calcio inglese meglio di quello italiano”

Carlo Ancelotti

Il calcio inglese è meglio di quello italiano per almeno quattro ragioni. A dirlo al giornale inglese Daily Mail è l’allenatore del Chelsea Carlo Ancelotti, che sta vivendo un momento da vincente dopo il finale travagliato della scorsa stagione sulla panchina del Milan.

«Qui l’allenatore è coinvolto in modo più ampio. In Italia, sei responsabile solo per le questioni tecniche, arrivi al campo un’ora prima dell’allenamento, te ne vai un’ora dopo ed è finita». L’allenatore del Chelsea spiega che in Inghilterra il mister svolge «un lavoro vero, a tempo pieno», cosa che ad Ancelotti non dispiace affatto.

La seconda ragione, continua Ancelotti è che in Inghilterra «c’è meno pressione. In Italia sei costantemente sotto esame da parte dei giornali e delle tivù, dei fans, della società. Finisce che il football diventa la tua intera vita, non si fa altro che parlare dell’ultima partita e della prossima. In Inghilterra l’atmosfera è più rilassata, c’è la mentalità giusta, si va allo stadio per guardare la partita e poi basta».

Altro motivo per cui il calcio inglese sembra “girare meglio” è vecchio e conosciuto: gli stadi. «Gli impianti sono migliori. Gli stadi italiani sono vecchi, con barriere, un sacco di polizia. Qui c’è più rispetto per il coach e i giocatori. L’Italia deve migliorare».

Anche il quarto e ultimo motivo deve far riflettere gli adetti ai lavori italiani: «Da noi deve migliorare anche l’arbitraggio. L’anno scorso, chiesi a Pierluigi Collina, il capo degli arbitri italiani, come mai negli altri paesi gli arbitri fischiano di meno. In Inghilterra lasciano che il gioco scorra, in Italia è costantemente interrotto per ogni piccolo contrasto. Ogni contatto risulta in un calcio di punizione. In una partita media in Italia vengono chiamati all’incirca 50 falli. Qui solo una trentina. Ed è meglio così».

L’ex allenatore del Milan, definito da Fabio Capello come uno che ha riportato il Chelsea squadra in testa alla Premier League avendo ricreato «la mentalità vincente dei tempi di Mourinho» prima di terminare l’ntervista per il Daily Mail racconta del suo passato, dell’infanzia vissuta in una casa di contadini in Emilia e dei suoi valori personali. Ancelotti dice che la sua educazione cattolica gli è rimasta dentro, anche se non è molto praticante: «Credo in Dio e prego, ma solo per questioni personali, non per il calcio. Dio ha cose più importanti di cui occuparsi».

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Lorenzo Briotti