Anche il presidente della Camera Gianfranco Fini e' interventuto sulla vicenda della mancata concessione dell'estradizione di Cesare Battisti da parte del Brasile. Al governo brasiliano, Fini ha chiesto di riesaminare il caso sollecitando una decisione equa. 'Camera e opinione pubblica sono perplesse e sconcertate', ha detto Fini.
"Gentile Presidente – scrive Fini – mi rivolgo a Lei, alla sua sensibilità e alla Sua origine italiana, per esprimerLe grande sorpresa e forte rammarico, sentimenti condivisi da tutte le forze politiche rappresentate alla Camera dei Deputati, per la recente decisione del Ministro della Giustizia, Tarso Genro, di concedere lo status di rifugiato a Cesare Battisti, già giudicato e riconosciuto colpevole di più omicidi dalla magistratura italiana, dalla magistratura francese e dalla Corte Europea dei Diritti dell'Uomo". "La Camera dei Deputati, come l'opinione pubblica italiana – prosegue – è rimasta molto perplessa e sconcertata per il fatto che, nel bloccare di fatto l'estradizione, la decisione del Ministro della Giustizia conceda al Battisti lo status di rifugiato, con motivazioni – tra cui quella di 'fondati timori di persecuzioni' al rientro in Italia – francamente inaccettabili per un Paese profondamente democratico e di grandi tradizioni giuridiche, quale è l'Italia. Duole inoltre notare che, con il provvedimento in questione, il Brasile è oggi l'unico Paese al mondo a riconoscere lo status di rifugiato a un nostro connazionale". "Anche a nome dell'intera Camera dei Deputati, desidero esprimere quindi l'auspicio, nel pieno rispetto delle regole e delle procedure brasiliane, che le competenti Autorità del Suo Paese possano procedere quanto prima a un riesame più oggettivo e sereno del caso, in modo da pervenire a una decisione più equa e fondata, che consenta la consegna all'Italia di un cittadino che si è macchiato dei delitti più odiosi. Nel ringraziarLa per la gentile attenzione – conclude la lettera – colgo l'occasione per inviarLe i miei più cordiali saluti".
MINISTRO BRASILE: APPLICATA LA LEGGE
SAN PAOLO – "Abbiamo applicato correttamente la legislazione e la costituzione del Brasile così come ha fatto l'Italia che non ha estradato criminali comuni come Cacciola, per esempio, che aveva doppia cittadinanza" italo-brasiliana. Lo ha detto oggi il ministro brasiliano della giustizia, Tarso Genro, difendendo la sua decisione di concedere lo status di rifugiato politico a Cesare Battisti in un'intervista al quotidiano "Folha de S.Paulo". L'ex banchiere Salvatore Cacciola – ricercato in Brasile per una condanna per crimini finanziari – si rifugiò in Italia nel 2000, da dove non poteva essere estradato perché, grazie alla doppia cittadinanza, aveva anche un passaporto italiano. Cacciola fu poi arrestato nel corso di una sua visita nel Principato di Monaco dall'Interpol ed estradato dal Principato in Brasile.
Nell'intervista Genro dice ancora che "il Brasile ha una tradizione giuridica liberale nel riferirsi agli asili. Tanto di destra come di sinistra. Abbiamo già accolto il generale Georges Bidault, che ha cercato di uccidere il presidente francese Charles De Gaulle all'inizio degli anni 60, il generale Alfredo Stroessner (dittatore paraguayano dal 1954 all'89 ndr) e il sacerdote Oliverio Medina (ex membro delle Farc ndr)". "Quello che sta succedendo adesso – osserva il ministro brasiliano – è una reazione ideologica al fatto che Battisti è stato un militante di ultra-sinistra".
