Inizieranno presto i lavori, che dovrebbero concludersi in tre anni, per uno dei grandi colossi in tema di energia nell’area, il gasdotto attraverserà le acque turche alla volta dell’Europa, senza passare dall’Ucraina.
Il progetto era stato presentato nel 2006 nell’ambito dell’accordo Eni-Gazprom per aprire i rubinetti russi verso l’Italia: una mossa della coppia Putin-Berlusconi per tamponare la crisi ucraina del gas che travolse il paese 2005 che mira a viaggiare in parallelo con il North Stream che collegherà Russia e Germania passando per il Mar Baltico.
La doppia firma per il South Stream svela un piano di reciproca convenienza: da un lato Mosca eviterà ulteriori diatribe con Kiev, dall’altro la Turchia beneficerà dell’appoggio del Cremlino alla sua ascesa nucleare, sostenendo il progetto per la costruzione della prima centrale.
Nell’ambizioso progetto sottomarino che si estenderà per 900 chilometri non è da sottovalutare l’interesse di Bruxelles: l’Ue non vuole lasciarsi sfuggire la possibilità di mettere le mani sul metano del Mar Caspio, con l’obiettivo di controllare i rubinetti di Mosca.