Il Messaggero pubblica un commento di Mario Ajello sulla lite ad Annozero tra Michele Santoro e Lucia Annunziata. Lo riportiamo di seguito:
''Sbgliavano tutti quelli, e sono stati tanti, ai quali non piacque “Ginger & Fred” di Federico Fellini. Perché quella vecchia coppia di attori nostrani un po’ andanti – che il regista fece interpretare a Marcello Mastroianni e Giulietta Masina – era perfetta e degna di diventare un modello.
Sembrava infatti di rivederla in scena, grazie a Lucy & Michelechi, l’altra sera in tivvù ad «Annozero» e tuttora in ogni angolo del web che gode, si diverte e parteggia (ma noi no: abbasso tutti e due!) davanti alla litigata fra la Annunziata e Santoro.
Un super-show (super?) animato da due compagni di giochi venuti fuori più o meno dallo stesso album di famiglia politico (la sinistra della sinistra, versante Sud, zona Salerno), che si conoscono e si rincorrono da una vita anche sulla via della faziosità e che da diversi ed uguali si attraggono e si respingono sempre. Come un tandem anziano non tanto d’anagrafe (anche se il biondo paglierino dei riccioli colorati di Santoro lo invecchia in verità) ma di frequentazioni politiche e mediatiche. Un esempio d’Italia d’antan? Proprio quello della video-rissa da ombelico casereccio (eppure il tema terribile della guerra in Medio Oriente avrebbe dovuto frenare i domestici narcisismi) andata in onda giovedì.
I Ginger & Fred salernitani hanno un anno di differenza (lei del ’50, lui del ’51), sono laureati in filosofia, non gli difetta l’Ego e condividono le origini sociali. Figlia di ferroviere comunista lei. Figlio di ferroviere comunista lui. Sessantottini entrambi. I maoisti, nel cui gruppo militava Santoro, non lo potevano sopportare («Perchè ero quello che aveva più donne di tutti quanti»).
Mentre Lucy dice di se stessa, esagerando anche un po’: «Finché mi considerano stronza, sono viva e vegeta». In realtà, chi lavora e chi frequenta Lucia la adora: Lucia qui, Lucia là, Lucia ha detto, Lucia ha fatto, ah quanto è carismatica Lucia…. Mentre chi è alle prese con Michele spesso, ma non è il caso dell’apostolo Ruotolo, lo detesta (ovviamente senza dirglielo, sennò finisce sotto la scure d’un «editto bulgaro») e si rifugia, come accade in questa stagione, inviando segretamente sms agli amici: «Santorescu è un dittatore. E io non ce la faccio più. Mi aiuti a trovare un altro posto di lavoro?».
Lei è più global, nonostante la cadenza nostrana. Lui più casereccio. Infatti fuggì subito dall’Europarlamento, non rispettando il mandato conferitogli dagli elettori dei Ds, e attirandosi le critiche di molti. Compresa chi? La Annunziata. Lui lascia Strasburgo per una comparsata («Rivoglio il mio microfono», annuncia magniloquente) da Adriano Celentano a «Rockpolitik» e lei come tanti altri lo boccia: «Non si prendono in giro gli elettori, lasciando il proprio posto in Parlamento, per poter apparire in uno spettacolo di canzonette».
Questa vecchia ruggine fra i due ha pesato nella zuffa di adesso? Non ce ne sarebbe bisogno. Bastano le differenze politico-culturali, e le affinità caratteriali, per spingere l’un contro l’altra Michele-Blondie e Lucy la Rossa. Lui si considera un Partigiano Solitario (do you remember ”Bella Ciao” fischiettata in tivvù?) in lotta contro destra e sinistra, mentre a lei la considera un po’ inciuciona, trasversale e bipartisan perché conviene (così finì presidente della Rai nel 2003) e infatti l’altra sera Santoro così s’è rivolto a Lucia: «Dici queste cose perchè ti conviene».
Esagera come al solito il biondiccio Narciso campano (affetto da un vittimismo patologico che l’amica non ha) eppure c’è una vecchio sonetto di Palo Ungari che un po’ potrebbe adattarsi alla Annunziata: «Chi contesta nel contesto / fa carriera assai più lesto». Questa massima invece è proprio firmata da Lucy: «Io sogno di essere presa a botte, come accadeva a Oriana Fallaci».
Il rude compagno di giochi (ultra-palestinese senza se e senza ma) le botte gliele ha date. E ora noi – dovendocene occupare – patiamo i postumi di quella tele-rissa che odora di stantio.
