
ROMA – Il Consiglio superiore della magistratura ha assolto l’ex procuratore di Bari Antonio Laudati: non ha commesso nessun illecito disciplinare in merito ai rapporti con il governatore della Regione Puglia, Nichi Vendola, e alla “interferenza” sull’ufficio del giudice per le indagini preliminari nel caso che coinvolse, nel 2009, Gianpaolo Tarantini.
Durante l’udienza di fronte alla sezione disciplinare di Palazzo dei Marescialli, il procuratore generale Aurelio Galasso, che per conto della Procura della Cassazione rappresentava l’accusa, aveva chiesto il massimo della sanzione, ossia la perdita di anzianità, solo per uno delle due contestazioni, quella relativo all’incontro con Vendola, e ha ritenuto invece insussistente la seconda.
Quest’ultimo rilievo è collegato alla vicenda di Gianpaolo Tarantini, per il quale nel settembre 2009 il gip Vito Fanizzi dispose i domiciliari e non il carcere, come voleva la Procura, nell’ambito dell’inchiesta sulla sanità pugliese. Un trattamento di favore, riferì Laudati all’allora capo dell’ufficio gip, Antonio Lo Vecchio, legato al fatto che
“Fanizzi, si legge nell’atto di incolpazione del Csm, era solito partecipare a ‘feste’ organizzate dallo stesso Tarantini e dalla dottoressa Jolanda Carrieri”, anche lei all’epoca gip a Bari.
“Sono andato da Lo Vecchio, ormai scomparso, molte volte per parlare di tabelle e organizzazione. Con Fanizzi non ci ho mai parlato”, ha riferito al Csm lo stesso Laudati.
Il suo difensore, Piercamillo Davigo, l’ex pm di Mani Pulite, ha rilevato che
“se ci fosse stata un’interferenza, Lo Vecchio avrebbe dovuto fare rapporto e invece evidentemente non fu percepita come tale. In questa vicenda i problemi deontologico-discipliari sono da ricercare in tutt’altra dizione”.
Lo stesso Pg della Cassazione non ha ravvisato un’interferenza: i contatti tra i capi dei due uffici sono da ricondurre all’ambito istituzionale, ha spiegato. Diversa la posizione per l‘incontro di Laudati con Vendola, dove secondo Galasso “gravi ragioni di opportunità” avrebbero dovuto indurre il capo della Procura a non incontrare il presidente della Regione allora indagato e a delegare un sostituto.
L’incontro avvenne nell’ottobre 2010 ad “un convegno organizzato a Bari da Regione, Provincia e dall’associazione Giovani per la Giustizia, ha ricostruito Laudati. Per Vendola, che a parte questo non ho mai visto né sentito, era già stata chiesta l’archiviazione mesi prima. Ho partecipato all’incontro per obbligo istituzionale”.
Il tribunale delle toghe, presieduto da Annibale Marini, gli ha dato ragione. Ora per Laudati resta aperta la grana più pesante: il processo appena iniziato a Lecce in cui è accusato di abuso d’ufficio e favoreggiamento personale aggravato nell’ambito dell’inchiesta sulle escort portate da Tarantini alle feste dell’ex premier Silvio Berlusconi.