Il suo nome viene fuori dall’ascolto di alcune telefonate intercettate dagli uomini della squadra Mobile di Bologna. Nelle conversazioni gli indagati nominavano un certo «Roccia», soprannome di D’Alessandro. Tutte le ordinanze di custodia cautelare, chieste dai Pm Valter Giovannini e Lorenzo Gestri, sono state eseguite questa mattina. Nell’abitazione di un albanese, sono stati trovati 500 grammi di cocaina. Negativa, invece, la perquisizione a casa del bodyguard. I Pm Gestri e Giovannini, che «mantengono uno stretto riserbo sulle indagini e non nascondono un certo fastidio per la fuga di notizie», precisano che «il signor Vasco Rossi risulta completamente estraneo alle indagini e tale circostanza è stata evidenziata anche nell’ordinanza del Gip».
ACCUSA – A carico di D’Alessandro ci sarebbe l’acquisto, in sette, otto occasioni, di un totale di 25 grammi di cocaina. In manette è finito anche un poliziotto in servizio a Roma: a suo carico i Pm ipotizzano la detenzione in concorso con altri di sostanza stupefacente, ma anche la corruzione. L’agente, arrestato dai colleghi di Bologna, avrebbe ricevuto un compenso in denaro, qualche migliaio di euro, per attivarsi affinchè venissero rilasciati permessi di soggiorno ad albanesi irregolari. Passaggio di denaro che sarebbe avvenuto proprio a Bologna.
PARLA VASCO – Appresa la notizia dell’arresto di «Roccia», Vasco Rossi, per gli inquirenti totalmente estraneo ai fatti, ha espresso la sua solidarietà al collaboratore. «Purtroppo frequentando ogni giorno tanta gente diversa può succedere di tutto – ha detto – anche di venire in contatto con persone che potrebbero essere indagate per un qualsiasi motivo. Lasciamo ora che la giustizia faccia il suo corso, dal canto mio ho piena fiducia che presto verrà chiarito ogni eventuale malinteso».