Mentre gli italiani si entusiasmano per lo sbarco a Detroit, le notizie che vengono dall’America inducono alla riflessione e alla freddezza.
Il piano di Obama, scrive il Wall Street Journal, costringerà la Fiat ad avere una partecipazione azionaria  in Chrysler minore di quanto sperassero a Torino. E un funzionario dell’amministrazione Usa ha precisato che l’80 per cento dell’azionariato di Cerberus non ha più valore e che la sua proprietà dell’azienda finirà presto.
Le prime ore erano corse sull’onda dell’emozione e dell’entusiasmo. Il presidente Obama aveva dato 30 giorni alla Chrysler ma sono bastate 3 ore e poco dopo il discorso del numero uno della Casa Bianca è arrivato l’annuncio ufficiale: “Fiat e Chrysler hanno raggiunto un accordo sulla struttura di un’alleanza globale che ha il sostegno del Tesoro Usa”. Queste le parole del Ceo di Chrysler, Bob Nardelli, che di fronte alla prospettiva di perdere sei miliardi di dollari si è mosso come un fulmine.
Per il colosso Usa non si tratta però di sottomissione. E subito da Detroit hanno fatto sapere che “Chrysler con l’alleanza con Fiat rafforza il suo modello di business e la capacità del gruppo Chrysler di creare e preservare posti di lavoro negli Usa”.
In ogni caso l’accordo Chrysler-Fiat è la prima grande vittoria per il presidente Obama che dopo aver chiesto (e ottenuto) la testa di Wagoner, ad di General Motors, e aver lanciato una coraggiosa politica di controllo sull’operato delle case automobilistiche (storica e memorabile l’affermazione “La crisi dell’auto negli Usa è un fallimento delle leadership da Washington a Detroit”) ora vede una grande azienda Usa seguire, velocemente, le sue indicazioni.
Sergio Marchionne ha ringraziato “pubblicamente il Presidente Obama a nome di tutto il management del Gruppo Fiat per le parole di apprezzamento che ha avuto nei confronti del lavoro fatto negli ultimi cinque anni e per il suo incoraggiamento a finalizzare una solida alleanza tra Chrysler e Fiat”. “Siamo fermamente convinti – ha spiegato l’Ad Fiat – che le tecnologie ecologiche e le piattaforme per vetture medio-piccole sviluppate da Fiat giocheranno un ruolo fondamentale nel ricostruire uno stretto rapporto tra i marchi del Gruppo Chrysler e i consumatori americani”.