“Per alcune aziende la liquidità è un grave problema e non sempre si può compensare con credito la mancanza di risultati e patrimonio. Un’altra forte fonte di tensione finanziaria è l’ormai cronico ritardo dei pagamenti sia da parte dei privati che del pubblico: almeno 100 miliardi di indebitamento del Pmi derivano da questo fenomeno…Se le fatture da scontare diminuiscono o la sostituzione del tornio viene rimandata il credito non può che ridursi…”.
Secondo la lettura di Passera la crisi economica, fatturati, export, consumi e investimenti in “drammatico” calo, piega, deforma e qua e là spezza il sistema produttivo e non c’è “colla” di credito che possa tenerlo in piedi. Credito che le banche erogano non loro malgrado ma nonostante tutto: “quasi il 70 per cento dei nostri 500 miliardi di credito sono alle imprese…61 miliardi di questi affidamenti deliberati non sono utilizzati”.
Se il credito c’è, allora cosa manca. Qui Passera comincia a parlare da banchiere e cittadino insieme: “Serve uno schock positivo…patrimonio pubblico da valorizzare, spesa corrente su cui risparmiare, livello vergognoso di evasione fiscale da combattere”. E’ l’indicazione di dove trovare risorse per superare i ritardi di sistema: “autostrade, porti, termovalorizzatori, gassificatori, banda larga, scuole, ospedali, musei…”. E poi: “mobilità, meritocrazia, capacità decisionale, qui c’è il nostro problema maggiore che logora non solo l’economia ma, nel tempo, anche la democrazia”.
Per riassumere in un paio di parole quel che manca secondo Passera è una politica e un governo. L’intervistatore gli domanda se il suo sia un programma politico e se si prepari a una discesa in campo. “Chiacchiere, di questa storia si parla da 10 anni…”.