Il governatore della Banca d’Italia Mario Draghi, nel corso dell’audizione alla commissione Finanze della Camera, ha chiesto di evitare “interferenze politico-amministrative nelle valutazioni del merito di credito di singoli casi”.
Riferendosi in particolare al ruolo che avranno i prefetti nella valutazione dell’erogazione del credito, il governatore ha precisato: “È essenziale che l’analisi delle condizioni del credito a livello locale non sconfini in un ruolo di pressione sulle banche che spinga ad allentare il rispetto di criteri di sana e prudente gestione nella selezione della clientela”.
“Gli interventi delle autorità di politica economica hanno evitato il collasso del sistema – ha spiegato Draghi – ma non ancora portato chiarezza nei bilanci di quelle banche che più hanno investito nei titoli che chiamiamo tossici. Permane incertezza sull’entità e la distribuzione delle perdite nei bilanci di quelle che erano le più grandi banche mondiali”.
In particolare riferendosi all’Italia, il governatore di Bankitalia ha ribadito che le banche italiane al momento hanno sofferto perdite minori, a causa di una minore esposizione verso i titoli tossici.
Però, in vista di un peggioramento della situazione, Draghi ha invitato le banche ad utilizzare i Tremonti Bond per rafforzare il capitale: “L’irrobustimento del capitale, anche con gli strumenti messi a disposizione dello Stato, è condizione per sostenere la capacità del sistema bancario di fornire credito all’economia”.
Da qui l’invito a evitare indebite interferenze, piuttosto, ha suggerito Draghi, se il governo vuole aiutare le imprese, in grave difficoltà per via della crisi, lo Stato dovrebbe saldare i debiti nei loro confronti.
Le pubbliche amministrazioni, ha ricordato il governatore, devono attualmente alle imprese un importo pari a 2,5 punti percentuali di Pil, così “un’accelerazione dei pagamenti darebbe sostegno alle imprese senza appesantire strutturalmente i conti pubblici”.
