La crisi delle Banche Popolari venete. Come è nata e perché, in 6 punti e 230 parole
La crisi delle Banche Popolari venete in 6 punti e 230 parole. Come è nata? Come ha potuto evolversi mandando in fumo i soldi dei risparmiatori?
In sintesi, sul Messaggero Veneto, le risposte ai principali interrogativi. Un settimo punto, con domanda e risposta, lo fa un lettore, commentando:
“Chi stabiliva il prezzo delle azioni? Un professore della Bocconi poi in assemblea sfido chiunque a trovare una siora Tonina qualsiasi che alzasse la mano e contestasse la valutazione. Soprattutto se stellare. 62 euro…”.
Ecco le altre domande e risposte.
Il sistema finanziario mondiale entra in crisi nel 2008 e tutte le banche pagano il virus diffuso dagli Stati Uniti.
Settembre 2015: bufera su Pop Vicenza, indagati Zonin e Sorato
Si scontrano tre fattori: un management non all’altezza che ha in pugno gli azionisti, per lo più piccoli risparmiatori che riponevano totale fiducia nel mondo delle banche del territorio, inoltre, chi aveva il compito di controllare non l’ha fatto con il giusto rigore.
Febbraio 2016: Banca di Vicenza con un buco di 1,4 miliardi e crolla anche la raccolta
Il valore era deciso dalla medesima assemblea dei soci, su proposta degli amministratori.
Settembre 2016: l’Antitrust ricostruisce il sistema della Popolare di Vicenza
È stata la ventata che ha sollevato la cortina di fumo. Facendo crollare un sistema. Dal primo gennaio 2016 i controlli e i termini diventano stringenti.
Gennaio 2016: Popolare di Vicenza, funzionari locali sotto esame
La banca chiedeva agli imprenditori e ai privati di acquistare azioni in cambio di prestiti. Un vero e proprio ricatto.
Marzo 2016, l’Antitrust indaga sui prestiti di BpVi: “Clienti costretti ad acquistare azioni”
Allo stato attuale no, grazie all’intervento della Bce.
Gennaio 2017: multa Consob da 4,2 milioni agli ex vertici della BpVi