Molotov, caschi, ordigni artigianali e scontri con la polizia. Un numero imprecisato di feriti, tra cui nove poliziotti. É il bilancio degli scontri tra cattolici e polizia a Belfast nel giorno dell’Orange Order, la parata della più importante organizzazione protestante nella città nord irlandese.
I cortei degli Orangemen protestanti si ripetono ogni anno e, puntualmente, diventano occasione per rinfocolare gli scontri e minare la fragile pace nell’area. Secondo Gerry Kelly, ministro della forza cattolica Sinn Fein, dietro i violenti c’è «una volontà di sabotare il processo di pace» che si attuerebbe facendo salire il livello dello scontro con la maggioranza protestante.
Gli scontri tra cattolici e orangmen sono avvenuti nel quariere di Ardoyne. I cattolici avrebbero atteso il passaggio del corteo, circa un migliaio di persone, per poi aggredirlo con lancio di molotov, palline da golf e mattoni.
Ma la guerriglia con la polizia è continuata anche dopo il passaggio del corteo, quando i rivoltosi hanno rubato alcune macchine, le hanno incendiate e scagliate contro le forze dell’ordine. Si tratta degli scontri più violenti a Belfast dal 2005, quando lo scoppio di una granata ha causato il ferimento di oltre 100 agenti. Qualche giorno dopo quella guerriglia, infatti, l’Ira annunciò la sua intenzione di deporre le armi.
A far salire la tensione è il carattere provocatorio del corteo degli Orange, caratterizzato dalle bande musicali “prendi a calci il papa”. Nel tempo il governo britannico ha progressivamente ridotto gli spazi per questi cortei, causando proteste anche violente, da parte dei protestanti.
Ad oggi, la parata, che ricorda la vittoria del protestante Guglielmo d’Orange sul cattolico James II per il trono d’Inghilterra, attraversa quasi esclusivamente quartieri protestanti, con l’eccezione di Ardoyne, che è un enclave cattolica, dove regolarmente si verificano gli scontri.