La stampa britannica torna a prendersela con il presidente del consiglio del Berlusconi, con una pervicacia che comincia a stancare, visto che i sudditi di Sua Maestà di scandali ne hanno visti parecchi, non ultimo quello dei deputati che gonfiavano le note spese e che hanno quasi provocato la caduta del premier Gordon Brown, o il recente rapporto secondo cui la mobilità sociale è ferma da 30 anni, nel senso che i figli dei ricchi vanno avanti a discapito dei figli dei poveri, o le rivelazioni secondo cui lo zio di Kate Middleton, promessa sposina del principe William, fa all’anagrafe Gary Goldsmith e, secondo il giornale News of the Wolrd, trafficherebbe droga e procaccerebbe escort. Il futuro zio del futuro re d’Inghilterra ha ospitato i due fidanzati a Ibiza, nella sua supervilla da 5 milioni di sterline che si chiama, sentite un po’, ”La Maison de Bang Bang”, ovvero ”La Casa delle Scopate”.
Silvio BerlusconiQuesti, invece, gli ultimi veleni di Albione. L’Independent parte da lontano in un commento sulle polemiche che hanno seguito il licenziamento di una ballerina di 39 anni, considerata dalla Bbc “troppo anziana” per lo show di prima serata. Secondo l’editorialista Terence Blacker, “è stata un’estate complicata per quelli di noi a cui piace difendere il diritto di invecchiare e, da vecchi, di comportarsi male con donne molto più giovani. Sin da quando Silvio Berlusconi è apparso al diciottesimo compleanno di una delle sue giovani amiche, ha contribuito a dare alla libidine geriatrica una cattiva fama”.
News and Star usa Berlusconi come paragone per discutere le ambizioni politiche di Harriet Harman, ipotetica candidata alla guida del Labour quando Gordon Brown getterà la spugna. La signora Harman non è adatta per quell’incarico: “Può rappresentare ciò che le donne vogliono quanto Silvio Berlusconi può diventare il marito dell’anno”.
Il Times usa il presidente del consiglio in un lungo servizio sulla ripresa del femminismo come esempio del “vecchio sessismo”: “Da dove cominciare?”, si chiede Chloe Lambert, “Dalle prostitute? Dagli incarichi politici alle reginette di bellezza? Dalla mercificazione della donna sui suoi media? Per non parlare di quando disse alla dottoressa incontrata sui luoghi del terremoto, all’Aquila: non mi dispiacerebbe essere resuscitato da lei”.
Naturalmente hanno trovato eco all’estero anche le punzecchiature di Barbara Berlusconi al padre nell’intervista a Vanity Fair: se il Guardian sottolinea che le critiche al padre hanno fatto di Barbara “un’improbabile eroina della sinistra”, per il Daily Telegraph, Barbara “dà lezioni” a suo padre, mentre il popolare Daily Mirror titola con un gioco di parole che suona più o meno come: “Berlu-sgridato”.
Ma essendo questa la ”silly season” – come i giornalisti americani chiamano la stagione estiva, dove mancano notizie serie e tocca ricorrere ai consueti dischi volanti o all’eterno mostro di Loch Ness pur di scrivere qualcosa – di Berlusconi si parla, o meglio, si sparla, anche nella lontana Australia.
Sulle esternazioni di Barbara, il News titola ”Vergogna papà”, che non risulta siano state esattamente le parole della giovane, mentre la stampa spagnola si concentra sulla diversità sottolineata dalla giovane: “Io non ho mai frequentato uomini anziani”. Anche l’argentino Clarín riprende ampiamente l’intervista, curando di sottolineare altresì il senso delle battute sui beni di famiglia. Quando Barbara dice che “non ci sarà nessuno scontro se mio padre sarà un uomo giusto”, in realtà “avverte suo padre che i tre figli minori daranno battaglia se il padre non gli concederà quello a cui credono di aver diritto”.
In tutt’altra direzione la scelta del quotidiano svizzero di lingua francese Le Temps, che intervista il fratello di Antonello Zappadu, il fotografo autore delle imbarazzanti riprese di Villa Certosa. Salvatore Zappadu annuncia la prossima pubblicazione di un libro su suo fratello: inevitabilmente, gongola il giornale, si chiamerà “L’incubo di Berlusconi”.
C’è poi il commento dell’autorevole settimanale americano The Nation, che prende spunto dal’uscita di Berlusconi quando ha ammesso ”Non sono un santo”. Scrive il settimanale: ”Lo sappiamo bene che non è un santo. E allora a chi si è rivolto quando ha detto di non esserlo? In parte a tutti quegli uomini italiani che essi stessi non sono santi quando si tratta di rispettare i voti matrimoniali e che si godono il lungo tramonto del machismo. Ma si è anche rivolto con un messaggio di umiltà al supremo giudice della morale italiana, il Vaticano. Come ogni altro maschio peccatore italiano, Berlusconi spera che la Chiesa gli perdonerà i peccati commessi da primo ministro, proprio come il clero cattolico ha tradizionalmente dapprima castigato gli uomini caduti preda della lussuria e poi li ha perdonati (al contempo confortando le loro mogli e sollecitandole a far finta di niente). Gli esseri umani, soprattutto gli uomini, sono destinati a peccare; altrimenti a cosa servirebbero i preti?”.