È vero, Silvio Berlusconi ha un nemico, e anche molto fastidioso. Un nemico che lo perseguita e che tenta ogni volta di sabotare gli incontri che ha in programma. Il suo nemico ha un nome, si chiama torcicollo. Quel «maledetto» torcicollo che provoca fitte lancinanti che saettano come frecce lungo la schiena. Quel dolore a volte «benedetto» perchè gli evita impegni noiosi e gli permette di rimanersene a casa. Altre volte meno, come è accaduto il 10 maggio, quando il premier non ha partecipato alla presentazione della candidatura di Guido Podestà alle provinciali di Milano e non è neppure andato a San Siro per Milan-Juventus. Ma ha potuto guardare la partita alla tv da casa con Luigi, uno dei tre figli avuti da Veronica. Proprio mentre scoppiava il caso Noemi.
L’ultimo impegno in ordine di tempo che il Cavaliere ha saltato a causa del dolore al collo è stato oggi l’Assemblea della Confcommercio. Lo ha reso noto Gianni Letta ipotizzando che il male possa essere «qualcosa di più di un semplice torcicollo, che da qualche settimana lo tormenta». Dopo poche ore ci ha anche scherzato su e intervenendo alla conferenza sul turismo a Palazzo Chigi ha detto, parafrasando il nuovo inno del Pdl: «Più che meno male che Silvio c’è, oggi è proprio il caso di dire: meno male che il cortisone c’è…».
E il cortisone ha fatto miracoli anche la settimana scorsa quando Berlusconi ha rischiato di saltare, sempre a causa del torcicollo, il saluto ufficiale con il leader libico Gheddafi all’aeroporto militare di Ciampino. Rischiando di rovinare mesi di trattative e di intensi rapporti su cui ha speso molte energie.
E tutti ricorderanno il ritardo di 12 minuti del Cavaliere alla cerimonia del 2 giugno per la festa della Repubblica. Le fonti ufficiali parlarono allora di un ritardo dovuto a «telefonate ufficiali» ma Ignazio La Russa rivelò che il vero responsabile era in realtà il solito torcicollo. Che non gli aveva neppure permesso di alzarsi per salutare il Presidente Giorgio Napolitano. Lo stesso torcicollo che, il giorno dopo, lo aveva spinto a chiedere a Bruno Vespa di poter essere cambiato di posto, durante un allegro siparietto a “Porta a Porta”.
Sembra, tra l’altro, che il “nemico” del premier gli renda l’ umore nero. Sarà per questo che dopo aver saltato la presentazione di Podestà a Milano e non aver partecipato nemmeno ai funerali del suo amico Gianni Baget Bozzo, Berlusconi abbia piano piano, da metà maggio fino alle elezioni europee, rimandato tutti gli appuntamenti in programma che prevedevano, per lo più, la presentazione dei vari candidati. Non accontentando nemmeno il ministro Mara Carfagna che lo aveva pregato di accompagnarla per supportare i candidati nel sud Italia.