IL RICORSO – Secondo il premier «è invece necessario che la questione continui a svilupparsi nel suo alveo naturale, quello giuridico, dove l'Italia non lascerà nulla di intentato per ottenere l'estradizione di Battisti nel nostro Paese». Per il premier, infatti, «è ben noto che in questi giorni il governo ha effettuato tutti i passi possibili e necessari a tale finalità, anche attraverso, da ultimo, la presentazione di un ricorso alla Corte Suprema brasiliana, di cui si attende con fiducia l'esito».
LE ALTRE REAZIONI ISTITUZIONALI – L'esecutivo sta seguendo con particolare interesse la vicenda. Più volte alcuni suoi esponenti, in particolare gli ex di An, Andrea Ronchi e Ignazio La Russa, oltre al sottosegretario Alfredo Mantica, hanno preso posizione contro la decisione del governo Lula, ipotizzando anche delle ritorsioni simboliche, come ad esempio la non partecipazione all'amichevole di calcio tra le nazionali dei due Paesi in programma nei prossimi giorni. E anche il Capo dello Stato, Giorgio Napolitano, aveva reagito esprimendo rammarico per la scelta di non estradare lo scrittore, accusato di avere avuto un ruolo in quattro omicidi compiuti dal suo gruppo terroristico durante gli anni di piombo, visto che alla base della scelta dei brasiliani c'era il timore che in Italia l'imputato non avrebbe potuto contare su adeguate garanzie di correttezza giuridica.