La vicenda dei passatempi sardi del primo ministro Silvio Berlusconi si è arricchita di nuovi colpi di scena, animando un inizio ponte del 2 giugno altrimenti rattristato dal tempo infame e dalla bassamente demagogica decisione di non fare la sfilata.
Dopo il drammatico sequestro, con tanto di intervento dei carabinieri per ordine di un magistrato romano che forse non era una toga rossa ma del quale certamente Berlusconi non può dire nulla di male, dopo le risentite reazioni del fotografo e della famiglia, perché a quanto pare il sequestro è stato deciso sulla base della sola parola di Berlusconi, mentre il fotografo fornisce una versione del tutto diversa se non opposta,dopo alcuni interventi di parlamentari di sinistra, pochi e sparuti, ancorché guidati dall’ex ministro Paolo Gentiloni («Forse non la privacy del premier è stata violata, ma il reato di lesa maestà è stato commesso») la contraerea di parte berlusconiana è entrata in azione, anche con qualche autogol, come quello di Miti Simonetto, la donna da vent’anni addetta al controllo (e all’eventuale recupero) delle foto di Berlusconi in circolazione, la quale in una intervista al Corriere della Sera ha detto di averle viste, le foto incriminate, ma di non averle considerate perché di nessun valore.
Poi ha parlato Marcello Dell’Utri, un vecchio sodale di Berlusconi, uno dei padri fondatori della tv commerciale italiana e della pubblicità televisiva. Dell’Utri ha provato a rendere le feste a villa Certosa simili a dei raduni scoutistici, forse per annullare il devastante effetto delle dichiarazioni dell’ex fidanzato di Noemi, Gino Flaminio. Il povero Gino Flaminio, chissà quante pressioni deve avere subito per decidersi a scrivere la lettera pubblicata dal Corriere della Sera, in cui chiede perdono a tutti ma nella sostanza conferma quanto ha detto ai giornalisti di Repubblica e anche quanto di male ha pubblicato il Giornale.
A seguire poi l’accusa mossa dal Giornale al settimanale l‘Espresso di avere offerto dei soldi per un’intervista a una ex concorrente del Grande Fratello che doveva descrivere una sua relazione con Berlusconi. Chi ha lavorato all’Espresso sa che è impossibile che una cosa simile sia accaduta: non ci sono le disponibilità, la direttrice del settimanale, Daniela Hamaui, è tirchissima, l’azienda è in crisi e nessuno autorizzerebbe una spesa simile, per la quale non esistono né i fondi né gli stanziamenti, e così è anche sempre stato. Forte di questa consapevolezza, la direttrice dell’Espresso ha già anticipato che farà querela.
Ultima, ma per quanto resterà tale non si sa, la bordata di Daniela Santanché: Miriam – Veronica – Bartolini – Lario in Berlusconi ha da tempo un compagno, che è poi il capo dei guardiani della villa. Quindi questa versione brianzola di lady Chatterley non può accusare il marito di avere sfasciato una famiglia che ormai si era già dissolta.
Berlusconi, come il gatto col topo in bocca, fa il superiore e glissa, non conferma né smentisce e dice: «Sono spiaciuto che si debba leggere sulle prime pagine dei giornali situazioni che attengono alla vita di una famiglia».
E Monsignore, che ne dice?