E’ stato arrestato nel 1993 con l’accusa di avere intascato bustarelle e rinviato a giudizio quattro anni dopo. Il processo, però, non c’è mai stato. Protagonista di questa (incresciosa) vicenda che coinvolge il Tribunale di Napoli è Elio Letizia, meglio noto come papà di Noemi.
«Una storia nella storia», scrive il quotidiano Repubblica. Ed effettivamente la coincidenza con le disavventure del Cavaliere è bizzarra. Ma, fino a prova contraria, casuale.
A scuotere la polvere dal fascicolo che riguarda il sig. Letizia – all’epoca dei fatti segretario della direzione dell’Annona del Comune di Napoli – ci ha pensato il presidente dell’Ufficio Gip, Bruno D’Urso, che ha segnalato questo buco nero giudiziario al presidente del Tribunale di Napoli, Carlo Alemi. Che, da parte sua, assicura: «Accerteremo eventuali negligenze e responsabilità. Dobbiamo capire cosa è successo e perché».
In particolare, interessa capire com’è stato possibile che la posizione di Elio Letizia sia stata stralciata dal processo, che è proseguito per gli altri indagati, e su quali basi i suoi avvocati abbiano ottenuto la nullità dell’udienza preliminare.
La nota più stonata in tutta questa vicenda è quello che si legge nella sentenza passata in giudicato il 2 novembre 2004. I giudici della Undicesima sezione penale assolvono i quattro coindagati di Letizia e scrivono: «Appare evidente che per tutti i reati menzionati – provata la sussistenza di tutti gli elementi oggettivi e soggettivi del reato in contestazione – la descritta illecita condotta risulta certamente ascrivibile al solo Letizia», non agli altri.
*(Scuola Superiore di Giornalismo luiss)