Circa 40 minuti di colloquio privato a tre: il Papa, il presidente del Consiglio italiano, Silvio Berlusconi, e il sottosegretario Gianni Letta. Un clima evidentemente molto cordiale, tra sorrisi, battute e due baciamano del premier a Ratzinger, uno al momento dell’incontro iniziale e uno al commiato. Un dono infine molto prezioso del Cavaliere al pontefice: una croce da pettorale, in oro tempestato di diamanti e topazi, raffigurante episodi della storia della Chiesa. Benedetto XVI ha ricambiato con una penna commemorativa dei 500 anni della Basilica Vaticana.
INCONTRO – L’udienza di Benedetto XVI al neo premier italiano, la seconda del pontificato (la prima fu il 19 novembre 2006), si è svolta dalle 11:07 circa alle 11:40. La delegazione di Palazzo Chigi è poi passata a colloquio con il segretario di Stato vaticano, cardinal Tarcisio Bertone, durato altri 40 minuti. In agenda molti i temi tra Santa sede e Italia: dal finanziamento statale alle scuole cattoliche al sostegno alla famiglia, con sgravi fiscali per chi ha figli, dall’immigrazione ai temi etici. Sullo sfondo, ma non troppo, anche argomenti internazionali, come la crisi mediorientale e l’emergenza alimentare discussa nel recente vertice della Fao.
DONI E BATTUTE – L’udienza con il pontefice è durata dieci minuti più del previsto. Berlusconi, in doppiopetto blù scuro, è arrivato in anticipo nell’appartamento pontificio, ed ha dovuto fare una decina di minuti di anticamera. Tempo trascorso tra chiacchiere e risate, insieme al prefetto della Casa Pontificia, mons. James Harvey, allo stesso sottosegretario della presidenza del Consiglio Gianni Letta. Dalle immagini televisive, è stato soprattutto Berlusconi a intrattenere gli altri; solo alla fine è sembrato un po’ preoccupato: ma ecco che alle 11:06-11:07 le porte della biblioteca si sono aperte e il Papa gli è andato incontro nella cosiddetta sala del tronetto. «Signor presidente, buongiorno», ha esclamato Ratzinger, mentre tra grandi sorrisi il premier italiano gli ha prima stretto la mano e poi gli ha anche baciato l’anello del Pescatore, simbolo del pontificato. Anche Gianni Letta, rimasto poi al colloquio privato nella Biblioteca, ha fatto un inchino. Agli inizi dell’udienza, quando le porte erano ancora aperte per i fotografi e i giornalisti, il Papa e Berlusconi hanno ricordato la mamma del premier recentemente scomparsa. La biblioteca del pontefice si è poi chiusa ad occhi indiscreti, per riaprirsi circa 35-40 minuti dopo per i saluti alle delegazioni e lo scambio di doni. Presentando al Papa il suo capo di cerimoniale, Eugenio Ficorilli, il Cavaliere non ha rinunciato alla battuta: «Non ha ancora imparato ad allacciarsi i bottoni». Dopo l’incontro con Bertone, Berlusconi ha lasciato il Vaticano alle 12:35 circa.
APPREZZAMENTO – Poche ore prima dell’udienza privata, Berlusconi aveava espresso un «ringraziamento» al Papa per «l’apprezzamento del nuovo clima in Italia con l’avvento della nostra parte politica» che rappresenta il Partito dei popoli europei e che «è per il Vaticano cosa molto apprezzabile». Il premier era intervenuto sugli schermi di Canale 5. «Noi siamo dalla parte della Chiesa – aveva sottolineato il premier intervistato da Maurizio Belpietro- crediamo nei valori di solidarietà , giustizia, tolleranza, rispetto e amore dei più deboli. Siamo sullo stesso piano su cui opera la Chiesa da sempre». Berlusconi ha ripetuto he tra Stato e Chiesa «è possibile ogni dialogo su ogni argomento», nel rispetto reciproco. Questo, conclude, «è l’atteggiamento profondo del mio governo che non può che compiacere il Pontefice e la Chiesa».
