«Un successo del Sistema Italia, di cui dovremmo tutti essere orgogliosi»: è soddisfatto, il capo della Protezione Civile Guido Bertolaso, nel giorno della consegna delle prime abitazioni per i terremotati di Onna.
Per Bertolaso, si tratta di case «assolutamente definitive», l’unico modo per dare una «certezza del futuro» a chi ha perso tutto nel terremoto del 6 aprile.
Bertolaso, intervenuto a «Mattino cinque» su Canale 5 e, successivamente, a «Radio Anch’io», ha ribadito che, entro la fine del mese, saranno smontate tutte le tendopoli in Abruzzo, che ospitano ancora 11.000 persone. Le 94 villette di Onna, prefabbricati in legno, sono state realizzate dalla Protezione civile e dalla Provincia autonoma di Trento con il contributo economico delle donazioni che ha ricevuto la Croce Rossa italiana.
Amarezza, invece, per i «distinguo» su chi ha pagato e costruito le abitazioni: «Sono anni che cerco di spiegare che la Protezione Civile è un organismo complesso, una squadra. Ad Onna avremmo potuto fare tutto da soli ma proprio perché Onna, completamente rasa al suolo, è un simbolo di questo terremoto, abbiamo voluto coinvolgere più organismi. Abbiamo chiesto alla protezione civile del Trentino di realizzare le case e alla Croce Rossa di pagarle».
Il capo della Protezione Civile, infine, affronta il delicato tema della ricostruzione dei centri storici. Qui, le previsioni sono decisamente meno ottimistiche: ci vorrà ancora «molto tempo». Per Bertolaso, infatti, quello della ricostruzione, «è un lavoro che non può esser fatto con superficialità, andando lì con le ruspe e portare tutto in discarica, perché lì in mezzo c’è molto amianto e anche un mattone può avere un suo valore perchè messo nel 1.400».