BIRMANIA, ONU: 22O MILA DISPERSI, FORSE 100MILA MORTI

Diventa sempre più grave il bilancio del ciclone Nargis che ha devastato la Birmania otto giorni fa: a dare le dimensioni reali della tragedia sono le ultime stime dell’Onu secondo cui sono 220mila i dispersi, mentre i morti potrebbero arrivare anche a 100mila. Cifre nettamente superiori a quelle riportate dalla televisione di stato, che dava oggi come conteggio ufficiale quello di 28.458 vittime e 33.416 dispersi.

La devastazione per le Nazioni Unite è molto maggiore, mentre parallelamente cresce l’allarme per danni ambientali, violenze ed emigrazione di massa. Valutazioni nelle 55 città nel delta dell’Irrawaddy e in altre aree disastrate hanno rilevato che fino a oltre 100mila persone potrebbero essere state uccise dal ciclone, che si è abbattuto sulle fragili abitazioni con forti venti e ondate d’acqua nella notte del 2 maggio scorso.

"Sulla base di queste valutazioni – è scritto nel rapporto dell’Ufficio dell’Onu per il Coordinamento degli affari umanitari – le Nazioni Unite stimano che da 1.215.885 a 1.919.485 di persone sono state colpite dal ciclone. Il numero di morti può andare dai 63.290 ai 101.682 e 220mila persone sono date per disperse".

Mancano cibo ed acqua potabile, "vi sono timori per la sicurezza e si teme che nelle aree maggiormente devastate si verifichino comportamenti violenti", avverte ancora l’Onu.

Intanto oggi un battello della Croce Rossa carico di aiuti è affondato dopo aver urtato un tronco nel delta dell’Irrawaddy, nella Birmania sud-occidentale. Lo ha fatto sapere l’organizzazione umanitaria, denunciando una "drammatica perdita" in un contesto in cui la distribuzione degli aiuti è già resa difficile dalle restrizioni imposte dalla giunta militare birmana. L’imbarcazione, con a bordo aiuti destinati ad oltre 1.000 persone e composti da riso, acqua potabile, pasticche per la depurazione dell’acqua, abiti e materiale sanitario, era diretta dalla ex capitale Rangoon a Bogalay, una delle città più colpite dal ciclone, dove almeno 10.000 persone hanno persone la vita o sono date per disperse. I membri dell’equipaggio ed i quattro operatori a bordo sono stati salvati.

La giunta militare continua ad ostentare di avere il controllo della situazione e i media statali oggi riportavano che il referendum costituzionale, che i militari hanno voluto convocare nonostante la devastazione del Paese, si sta svolgendo regolarmente e con "una partecipazione massiccia". Si è votato in tutta la Birmania, tranne che in 47 comuni in cui le operazioni sono state rimandate al 24 maggio, sostiene il quotidiano New Light of Myanmar, controllato dalla giunta: un "successo", quindi, secondo il regime, nonostante Nargis.

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