È questa la decisione presa dal Pubblico ministero Enrico Cieri, dopo l’esposto presentato in Procura dai genitori della ragazzina, due impiegati bolognesi di 40 anni.
L’avevano portata ovunque, per cercare di trovare una risposta ai continui malesseri della figlia: mal di testa, vertigini, problemi di equilibrio e difficoltà visive. Secondo gli avvocati dei genitori, Chiara Rinaldi e Antonio Petroncini, gli specialisti hanno rimandato per anni un esame più approfondito, accusando la famiglia di avere un atteggiamento troppo apprensivo nei confronti di una bambina che probabilmente voleva solo attirare l’attenzione.
Ma quando era stata portata d’urgenza al pronto soccorso dell’Ospedale Maggiore con le convulsioni, i medici smisero di avere dubbi: era un cancro al cervello.