Avvio di seduta in forte rialzo per le Borse europee, grazie al balzo dei bancari sulla scia del piano di salvataggio di Citigroup. A Piazza Affari il Mibtel segna +1,1%, l’S&P Mib +1%. Sul listino principale partenza lanciata per gli energetici, fra i peggiori la settimana scorsa a causa dei forti ribassi del prezzo del greggio. Molto bene quindi Tenaris (+7,4%%), Saipem (+3,9%) ed Eni (+3,2%). Acquisti sostenuti anche su Impregilo (+5,5%), Prsymian (+5,1%), Seat (+4%), Unicredit (+3,8%), Stm (+3,4%) Autogrill (+3,3%), Geox (+3%) e A2a (+3%). In rialzo anche i finanziari con Intesa (+2,2%), Banco Popolare (+2%) e Bpm (+1,4%). Sul generale brillano Gemina (+7,2%), Cattolica (+5,4%), Indesit (+5,3%), Hera (+5,3%), Ifi priv. (+4,2%), Ifil (+4%) ed Enia (+4%).
LE ALTRE – Per quanto riguarda le altre piazze europee, in avvio Parigi sale dell’1,84%, Londra del 2,3% e Francoforte dell’1,11%. Positive in mattinata anche le Borse asiatiche, mentre Tokyo è rimasta chiusa per festeggiare il giorno del ringraziamento del lavoro.
CITIGROUP – I mercati reagiscono bene dunque al piano di salvataggio Usa da 306 miliardi di dollari per Citigroup. Il pacchetto potrebbe anche servire come un modello per altre banche che potrebbero trovarsi ad affrontare crescenti perdite a causa della recessione mondiale. Le perdite su crediti, all’inizio concentrate nei mutui, si sono già ora estese in altre nuove ed ampie aree come le carte di credito e gli immobili commerciali. Il piano prevede che la banca abbia una «protezione contro la possibilità di perdite importanti e inusuali su asset per un valore di 306 miliardi di dollari» e che il governo prenda una partecipazione nell’istituto. Citigroup, seconda banca Usa, ma di gran lunga la più internazionalizzata con una presenza in oltre 100 paesi, otterrà subito 20 miliardi di dollari dal piano di sostegno del sistema finanziario Usa.
IL PIANO – Il piano si differenzia dai precedenti interventi delle autorità Usa in quanto non prevede né la messa sotto completa tutela del gruppo (come Fannie Mae e Freddie Mac), né la nazionalizzazione (come in Aig), né la vendita a un altro gruppo (come Bear Stearns). Diverso sarà in particolare l’approccio al problema dei titoli tossici: le perdite su cui interviene la garanzia di tesoro e Fdic sono infatti legate ai prodotti strutturati legati a mutui subprime (i cosiddetti titoli ‘tossici’), che «resteranno nei conti di Citigroup», non verranno cioè acquistati dalle autorità Usa (come era nelle iniziali intenzioni anti-crisi degli Usa), ma solo garantiti. I 20 miliardi che saranno «investiti» dalle autorità Usa in azioni privilegiate di Citi nell’ambito del pacchetto di soccorso rientrano nei 700 miliardi stanziati per il settore bancario e vanno ad aggiungersi ai 25 miliardi già accordati alla banca in questo ambito. Citi inoltre emetterà azioni privilegiate per altri 7 miliardi di dollari, sempre a favore di Tesoro e Fdic per remunerarli delle garanzie accordate. Non sono previsti cambiamenti nel management, ma la banca ha accettato di procedere a «restrizioni» nella remunerazione dei suoi dirigenti e si è impegnata ad attuare le misure prescritte dalla Fidc in materia di prodotti ipotecari strutturati. Inoltre non potrà pagare dividendi superiori a 1 cent per azione per tre anni senza avere il consenso del Tesoro. Attualmente la cedola trimestrale è di 16 cent. Un accordo in soccorso di Citigroup era vivamente auspicato da Wall Street: nelle ultime sedute di borsa l’ex-numero uno mondiale del settore bancario aveva accusato pesanti perdite (-70% in tre settimane, sotto i 4 dollari) per il prevalere dei dubbi sulla sua capacità di uscire da solo dalla crisi.