Umberto Bossi “si conferma un politico fine e un abilissimo negoziatore. Anche questa volta ha detto tutto quello che dal suo punto di vista era giusto dire”, ma “il patto siglato con Silvio Berlusconi non è minimamente in discussione”. Roberto Formigoni ostenta sicurezza sul fatto che alla fine in Lombardia sarà ancora una volta lui il candidato a governatore: “Non ci sono dubbi, le scommesse – dice pronto a mettere sul tavolo ‘un euro o un milione’ – sono aperte”. In una intervista al Corriere della sera, il presidente lombardo liquida come “pura invenzione” uno scambio di poltrone con Roberto Maroni, smentendo anche passaggi alla Farnesina: “Ora, a legislatura in corso, non avrebbe senso. E poi c’è Franco Frattini che sta facendo benissimo”. In realtà, è il ragionamento di Formigoni, al prossimo turno “si
voterà per 13 regioni a statuto ordinario. Il Pdl ha 3 o 4 volte i voti della Lega. Al Carroccio potrebbero così andare tre candidature, considerando anche che la Lega non è più solo un partito del Nord. Saranno Bossi e Berlusconi comunque a scegliere Regione per Regione le personalità migliori”.
Quanto all’ultima provocazione leghiste sull’inno, “mi viene da rispondere così: bello o brutto – dice il governatore della Lombardia – è il mio inno. E ci teniamo quello”. E il dialetto a scuola? “Tutte le tradizioni sono da valorizzare, le identità locali – osserva Formigoni – fanno parte del nostro Dna. Ma diciamo che sono più d’accordo con la moglie di Bossi: recuperiamo le canzoni dialettali. Quelle sì che potrebbero essere insegnate a scuola, magari nelle ore di musica”.
(ANSA).