Brasile, slitta a martedì il rilascio dell’italiano accusato di pedofilia. Appello della famiglia alla Farnesina

Dovrà rimanere in carcere almeno fino a martedì Giuliano Tuzi, l’imprenditore di Guidonia arrestato in Brasile e accusato di aver molestato la figlia di soli otto anni.

Lunedì, infatti, nel Paese sudamericano è festa nazionale e il giudice non se l’è sentita di rilasciare quello che, formalmente, le autorità brasiliane ritengono ancora un pedofilo.

L’avvocato di Tuzi, Flavio Jacinto Silva, parla di un «malinteso scandaloso» e annuncia di aver «presentato un appello all’istanza superiore, e forse entro oggi, quel poveretto potrà rivedere la famiglia».

L’imprenditore, intanto, sembra essersi ripreso dallo choc. E, mentre la stampa brasiliana ha messo in rete i video delle presunte molestie i familiari di Tuzi chiedono l’immediato intervento della Farnesina: «Facciamo un appello alla Farnesina affinchè prenda in mano la situazione e intervenga prima che tutto degeneri: non siamo affatto tranquilli, quello che è successo a Giuliano è assurdo» dice Marino, il cugino dell’uomo arrestato a Fortaleza.

Tuzi, però, rischia dagli otto ai 15 anni di reclusione in base a una nuova legge brasiliana anti-pedofilia approvata proprio il mese scorso. «Mio cugino – aggiunge l’uomo – è un “pacioccone”, la persona più buona e brava del mondo. Quello che è successo è davvero campato in aria. Lui adora la sua famiglia, la moglie e la figlia e non farebbe mai ciò di cui è accusato. Per lui la figlia è tutto, è molto affettuoso ma come ogni padre è con i figli. Il mio pensiero ora va anche alla bambina che sta vivendo una situazione incredibile e sta anche soffrendo».

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Emiliano Condò