Ecclestone si è detto dispiaciuto per Briatore ma rifiuta di accampare scuse per difendere l’indifendibile: «È un peccato che sia accaduto, ma Flavio non può essere difeso. Quello che ha fatto non era assolutamente necessario».
Il manager, dal canto suo, dichiara di «essere uscito dalla Renault per salvare il team». Peccato, però, che Briatore sia stato di fatto messo alla porta. Non solo: la scuderia francese ha dichiarato di non avere intenzione di contestare le accuse di Piquet. Un’ammissione di colpa chiara, in attesa che sul caso, avvenuto durante il Gran Premio di Singapore del 2008, si pronunci la Fia.
Per Briatore, però, almeno in Inghilterra le cose si mettono male. Se infatti dovesse arrivare una squalifica dalla Formula uno, l’imprenditore vedrebbe compromesse anche altre sue attività. Prima di tutto, il calcio.
Briatore, infatti, è cooproprietario del Queens Park Rangers, squadra inglese di seconda divisione, ma il regolamento federale vieta espressamente la presenza di manager allontanati da federazioni di altri sport, soprattutto in caso di violazioni dell’etica sportiva.
La palla, per ora, è in mano alla Fia, che però, non è sicura di avere, a livello regolamentare, una norma che le consenta di squalificare il manager.
Durissimo sulla vicenda il commento dell’ex pilota Niky Lauda: «Quando l’ho letto per la prima volta mi chiedevo se fosse vero o no. Adesso dico che siamo davanti al più grande scandalo della storia della Formula 1. Oltre a truccare una corsa si è messa a repentaglio la vita di una persona».
Spietata la stampa inglese che, per celebrare la caduta del manager usa sue vecchie dichiarazioni. Briatore in passato aveva detto: «Si vive una volta sola, è come un film e tu vuoi essere protagonista. Quando vedi Ben Hur non fai caso al ragazzo dietro alla biga. Vedi Ben Hur». Questo il commento del Daily Mail: «La biga si è rotta, Briatore è caduto».