Birmania/ Indignazione internazionale per la nuova condanna a San Suu Kyi. Gordon Brown “furente”, Sarkozy chiede sanzioni Ue

Improntate a indignazione le reazioni internazionali dopo la nuova condanna inflitta lunedì nel Myanmar ad Aung San Suu Kyi, leader dell’opposizione non violenta birmana e Nobel per la pace nel 1991.

Il verdetto ha specificamente allarmato i Paesi della regione Asia-Pacifico, cui l’ex Birmania è inevitabilmente collegata sotto molti aspetti: il governo australiano ha espresso “sgomento”, quello dell’Indonesia “delusione”. Toni ancora più accesi in Occidente. Il primo ministro britannico Gordon Brown si è detto «rattristato» ma anche «furente» per una sentenza così’ «mostruosa».

Anche oltre si è spinto il presidente francese Nicolas Sarkozy il quale, richiamandosi alle ulteriori misure punitive adombrate nei confronti della giunta militare birmana dalla Presidenza semestrale svedese dell’Unione Europea, ha sollecitato la stessa Ue a «rispondere rapidamente adottando nuove sanzioni a carico del regime» del Myanmar.

Secondo quanto recita un comunicato diffuso dall’Eliseo, i provvedimenti in questione «debbono in particolare prendere di mira le risorse dalle quali tale regime trae profitto diretto, come il settore dei legnami pregiati e quello dei rubini».

Quanto a Brown, a suo dire si tratta di «un’ulteriore prova del fatto che il regime militare in Birmania è determinato ad agire nel totale disprezzo degli standard dello stato di diritto comunemente accettati, e in sfida all’opinione pubblica internazionale».

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luiss_vcontursi