BUFERA SUL PD: BERLUSCONI RILANCIA URGENZA RIFORMA DELLA GIUSTIZIA

Silvio Berlusconi, nel pieno della bufera giudiziaria esplosa in Campania, Abruzzo e Basilicata e che sta colpendo in particolar modo il Partito Democratico, rilancia la necessità di una riforma della giustizia, raccogliendo in qualche modo l’appello lanciato dal presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano. Il premier, nel corso del Consiglio dei ministri – secondo quanto riferito da alcuni partecipanti – si sarebbe augurato che le vicende napoletane finiscano per essere ridimensionate, adottando quindi una linea garantista. Berlusconi ha svolto il suo breve intervento dopo la relazione del ministro dell’Interno, Roberto Maroni: una sorta di mappatura delle regioni investite dalle inchieste giudiziarie. Più tardi, il responsabile del Viminale ha annunciato che il Consiglio comunale di Pescara, in seguito all’arresto del sindaco, sarà sciolto. «Verrà nominato un commissario – ha spiegato – e poi si andrà a votare durante l’election day del 6 e 7 giugno».

VELTRONI – Nel Pd, nel frattempo, si cerca di individuare la linea politica da adottare per superare lo choc degli arresti e delle inchieste della magistratura. Durante la direzione di venerdì, Walter Veltroni punterà sulla necessità di imprimere una forte spinta al rinnovamento della classe dirigente del partito. Per uno dei suoi bracci destri, Goffredo Bettini, la direzione dovrebbe «affidare al segrerario anche poteri più forti nel decidere e intervenire sui gruppi dirigenti». Perché «bisogna prendere spunto da questo malessere per andare avanti più speditamente nella costruzione del Pd». Anche il numero due del partito, Dario Franceschini, annuncia che si darà un forte contributo verso il rinnovamento della classe dirigente, perché «c’è bisogno di forzare sull’apertura dei gruppi dirigenti a persone nuove, che cominciano la loro esperienza politica nel Pd».

RUTELLI – Intanto, Francesco Rutelli ha dichiarato di aver chiarito tutto con i magistrati dopo la pubblicazione delle «intercettazioni in cui si parlava di me». «Ho subito chiamato la Procura della Repubblica di Napoli – ha affermato l’ex ministro – e ho chiesto di essere ascoltato immediatamente a tutela della mia onestà e onorabilità». «Sono salito in macchina, arrivato alle dieci e un quarto di sera e chiarito punto per punto che tutte le parole pronunciate nelle telefonate intercettate sul mio conto sono totalmente prive di fondamento». Infine, «ringrazio i magistrati di Napoli per la loro disponibilità e ho piena fiducia che le attività giudiziarie – ha aggiunto il presidente del Copasir – si chiudano con l’accertamento della verità nei confronti di tutte le persone interessate».

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