Gli Stati Uniti d'America non sono più stati attaccati sul loro territorio dopo l'11 settembre del 2001. Lo ha sottolineato George W. Bush nella conferenza stampa in cui ha incontrato i giornalisti a pochi giorni dal cambio della guardia alla Casa Bianca, quando si insedierà ufficialmente il neoeletto presidente, Barack Obama. Per il quale, secondo lo stesso Bush, la minaccia di un nuovo attentato «è il più pressante dei pericoli» che si troverà ad affrontare. A Obama l'attuale numero uno del governo americano ha ribadito i suoi «più sinceri auguri» auspicando per il nuovo inquilino della Casa Bianca «tutto il meglio» perché ,«la posta in gioco è alta» e non bisogna mai dimenticare che «c'è un nemico che vuole colpire ancora gli Stati Uniti e gli americani».
LA POLITICA ESTERA – Il presidente uscente ha poi espresso alcune valutazioni su questioni internazionali e interne. Quanto alla crisi mediorientale, ha spiegato che a suo parere Israele Ā«ha il diritto di difendersiĀ», ma ha messo in guardia lo stato ebraico dal rischio che le azioni militari creino vittime civili. Per Bush Ā«il modo miglioreĀ» per fare cessare le violenze in Medio Oriente ĆØ di lavorare con l'Egitto per fermare l'ingresso illecito di armi a Gaza: Ā«I paesi che contrabbandano armi a Hamas devono fermarsiĀ«, ha detto il presidente americano secondo cui Hamas, Ā«cosƬ come al-Qaida e altri gruppi estremistiĀ» usano la violenza per impedire la nascita di stati indipendenti e democratici. E quanto a quelli che in altre occasioni erano state ribattezzate Ā«Stati canagliaĀ», Bush ha evidenziato come Iran e Corea del Nord siano ancora pericolosi. Quanto all'Iraq, ha ribadito di considerare un errore l'aver dichiarato Ā«missione compiutaĀ» nel maggio 2003, quando la vicenda irachena, malgrado l'abbattimento del regime di Saddam, era ancora lungi dall'essere conclusa, e ha ammesso di non essere in grado di promettere che in quel Paese la democrazia riuscirĆ a sopravvivere alle tensioni di matrice interconfessionale in Iraq.
Ā«UN CAFFE' PER LAURAĀ» – Bush non vede per sĆØ un ruolo politico nell'immediato futuro: Ā«una volta che me ne andrò dalla Casa Bianca – ha precisato – uscirò di scena per davvero e non mi intrometterò più». Se ne andrĆ in Texas (Ā«dove mi sento pronto a guardarmi allo specchio senza vergognaĀ») e cambierĆ completamente esistenza: «à difficile prevede cosa proverò: sarĆ l'inizio di una vita nuova. So soltanto che comincerò la giornata portando il caffĆØ a LauraĀ».
Ā«IN PRIMA FILA PER OBAMAĀ» – E quanto a Obama ha spiegato che Ā«non avrei mai pensato un giorno di un vedere un presidente neroĀ» e quindi quello in cui presterĆ giuramento sarĆ Ā«un giorno meravigliosoĀ» e Ā«io sono orgoglioso di avere un posto in prima filaĀ». Per Bush l'elezione del candidato democratico «è il segnale di quanta strada questo Paese abbia fatto sulla questione razziale, anche se resta ancora molto da fareĀ». E poi ha aggiunto: Ā«Obama ha la sua famiglia accanto, per questo motivo non si sentirĆ mai soloĀ».
