Come reggerà il centrocampo bianconero senza i pilastri Sissoko e Melo? Come sarà l’impatto di Diego con il calcio italiano, severo nelle marcature e nei contrasti? Come sarà quello degli ultrà con l’ex ”traditore” Cannavaro? La difesa bianconera, che in estate ha mostrato incertezze, saprà capovolgere l’immagine che ha dato di sé? Sono questi i principali interrogativi che si aggirano nella mente di Ciro Ferrara, all’esordio vero e proprio in panchina domenica 23 agosto con il Chievo.
Ferrara ha una squadra tutta sua, creata e voluta da lui e inizia alla pari con gli altri dai nastri di partenza della nuova stagione. Interrogativi che affollano anche i pensieri dei tifosi, naturalmente, finora entusiasti sia della campagna acquisti, sia del gioco bianconero e proprio per questo pieni di aspettative. Si ricomincia dall’emergenza in un reparto, il centrocampo, che paradossalmente è stato quello più rinforzato sul mercato.
Sissoko per infortunio e Melo per squalifica sono assenze gravi, perché mancano gli uomini di forza e corsa. Altro paradosso, uno dei due sarà sostituito proprio da quel Poulsen passato da scarto a utilissimo in pochi giorni. E chissà che Ferrara non debba rimpiangere la cessione di Zanetti.
Due assenze, comunque, che preoccupano anche in chiave futura, perché la guarigione del giocatore del Mali con passaporto francese è avvolta nel mistero e il brasiliano è troppo soggetto ai cartellini. Proprio da questo punto riparte la sfida di Ciro: dimostrare che anche senza pezzi da novanta la squadra non perde competitività, con la convinzione che tutti possano rendersi utili.
Il compito del danese comunque, quest’anno sarebbe facilitato, perché ha un uomo cui dare la palla, dopo averla riconquistata, mettendola al sicuro. Si tratta di Diego, da cui si aspettano tutti tantissimo. Il battesimo di Torino sarà fondamentale per regalare ulteriore carica al brasiliano.
Su Cannavaro è in atto una tregua da parte dei tifosi, ma a preoccupare ben di più Ferrara è la fragilità tattica della coppia, in cui Chiellini è ben lontano da una condizione accettabile. Punto interrogativo anche sui terzini titolari, che non si è ancora capito quali siano. Zebina, tanto per cambiare è di nuovo infortunato, De Ceglie e Molinaro fuori forma, Salihamidzic troppo prezioso come centrocampista esterno di riserva, vista la penuria. Ma l’imperativo è quello di partire con una vittoria: anche perché l’Inter, che gioca prima, non ha alcuna intenzione di aspettare.