In tempi di mercato globale anche le truffe viaggiano sul web. La battaglia si gioca tra rippers e hacker di professione, cioè tra chi millanta di elargire codici di carte di credito clonate e chi invece ce li ha veramente e si arricchisce alle spalle dei più incauti utilizzatori delle schede di plastica piene di soldi. Come dimostra un’inchiesta del quotidiano la Repubblica, è facile entrare nella galassia delle cifre rubate alle banche per acquistare su internet: basta connettersi e in pochi clic, tra i motori di ricerca e Icq, una chat che garantisce l’anonimato, si trova tutto ciò di cui si ha bisogno per avere i numeri richiesti.
Ci sono degli hacker che di professione fanno i venditori di carte clonate. I prezzi differiscono a seconda della provenienza, quelle americane sono le più diffuse e perciò si possono comprare a tariffe ridotte. «Una Mastercard Classic americana o canadese la vendo a 3 dollari. Le più care sono le italiane perché meno diffuse sul mercato: 15 dollari per una Classic, 25 per una Visa Gold, 35 per una Visa Platinum». Il negoziante in questione si chiama Fonky1977, spaccia anche dati delle bande magnetiche, è fiero della sua merce: «La mia è roba buona, first hand stuff. Ci puoi fare shopping nei negozi in massima tranquillità . Sulla carta stampo il nome del vero titolare, quindi se ti chiedono un documento di identità procuratene uno falso. Ma stai tranquillo, sono pochi i negozi che lo fanno».
Come lui ce ne sono tanti, dall’America, da Mosca, dall’Italia. Si nascondono dietro un pc e un’identità sconosciuta e hanno tirato su un mercato estesissimo, difficile da controllare. L’unica speranza per la polizia è che facciano un passo falso o sbaglino ad accedere ai conti on line. Intanto al suq ogni minuto arrivano nuove carte da smerciare.
