Calato il numero delle compravendite delle case sta diminuendo anche il valore degli immobili. Il dato emerge dal Rapporto sul mercato immobiliare 2009 di Nomisma, che sottolinea che in Italia c’è comunque una riduzione più contenuta rispetto al mercato mondiale.
Per le abitazioni sono diminuiti nei primi sei mesi dell’anno del 2,5% (si erano già ridotti dell’1% alla fine del 2008), una flessione che si traduce in un -3,5% su base annua; considerando la variazione dei prezzi medi in tredici diverse aree territoriali si va dal -4,1% di Venezia città al -0,2% Tirano un sospiro di sollievo gli operatori immobiliari, secondo i quali il punto più basso del mercato abitativo, in termini di compravendite, è stato raggiunto.
Si segnala, pertanto, un certo ritorno all’acquisto, grazie anche alla possibilità di pagare prezzi più bassi e scontati rispetto al passato. Nel 2009, quindi, i volumi di compravendita potrebbero assestarsi intorno alle 600mila abitazioni (erano 686mila nel 2008), quasi 250mila abitazioni in meno rispetto al valore raggiunto prima nella crisi nel 2007 (con un volume di compravendite nel 2006 pari a 845.000 abitazioni). In termini di fatturato l’immobiliare genererà in Italia circa 110 miliardi di euro, con una contrazione del 30% rispetto al 2007 (154 miliardi di euro), anno in cui le compravendite hanno raggiunto il massimo valore, per iniziare poi a calare.
Nel 2010, anno alla fine del quale, secondo le previsioni macroeconomiche, il Pil dovrebbe tornare a crescere, i prezzi potrebbero subire un’ulteriore flessione (-2-3%). Solo nel 2011 il mercato immobiliare tornerà a crescere.