Racket: il grosso coccodrillo sul terrazzo serviva per fare pagare il pizzo

Teneva in casa un grosso coccodrillo del quale si serviva come “convincere” gli imprenditori presi di mira a pagare il pizzo. Lo hanno scoperto gli uomini della Direzione investigativa antimafia di Napoli nel corso di una indagine su un traffico di armi e che ha portato alla clamorosa scoperta.

Il fatto è accaduto a Orta di Atella, nel casertano. Gli uomini della DDA, con quelli del commissariato di Frattamaggiore e della Squadra Mobile di Caserta nel quadro di un’indagine su Antonio Cristofaro, con precedenti specifici per estorsione,  nell’ambito di un’indagine per racket hanno effettuato una perquisizione nell’appartamento all’ultimo piano di uno stabile, abitato dal Cristofaro.  Le armi non sono state trovate, ma sulla terrazza dell’immobile è  stato scoperto un coccodrillo vivo e vegeto che il padrone di casa nutriva con topi e conigli.

Dagli ulteriori accertamenti è così emerso il motivo per cui il Cristofaro teneva  l’ingombrante ospite: di esso come si è detto si serviva per intimorire gli imprenditori ai quali chiedeva danaro.

In casa è stato trovato anche un giubbotto antiproiettile che il Cristofaro era solito indossare. L’uomo è nipote di un boss ucciso un anno e mezzo fa a Cesa (Caserta) nell’ambito della  faida tra i clan Caterino e Mazzara. Alle accuse nei confronti del Cristofaro si è ora anche aggiunta quella di possesso illegale di animali.

Published by
Sandro