Pierferdinando Casini va all’attacco del presidente del Consiglio Silvio Berlusconi e rimette in discussione la possibile alleanza tra Pdl e Udc in vista delle regionali di marzo 2010.
In un’intervista rilasciata al quotidiano La Stampa, poco prima della litigata telefonica durante Porta a Porta, il leader dell’Udc, ribadisce le sue critiche caustiche al premier e al suo partito: «Il Pdl nasce con un peccato originale: su un predellino, con Berlusconi che intima o con me, o fuori. A Berlusconi si può imputare tutto, ma non di non essere chiaro. Il Pdl è lui».
Solidarietà, invece, a Gianfranco Fini: «Io apprezzo lo sforzo di Fini. Il suo tentativo è generoso, ma rispetto a qualche anno fa la situazione è peggiorata. Ai miei tempi c’era una vaga idea di collegialità. Oggi il rapporto è tra Berlusconi e Bossi, e basta. Per giunta, più Berlusconi è debole, più Bossi è forte. Detto questo, non penso affatto che Fini sia a fine corsa».
Il premier, per Casini, è sotto il ricatto del leader del Carroccio, pressioni e minacce, come quelle di nuove elezioni, cui si dovrebbe rispondere «con la schiena dritta». Berlusconi, invece, dalla Lega «si sente protetto perfino emotivamente».
Per quanto riguarda le alleanze regionali, decisamente più incerte dopo la discussione di Porta a Porta, il leader dell’Udc ribadisce la sua autonomia politica, «siamo gli unici ad essere stati ieri all’opposizione di Prodi e oggi di Berlusconi,altro che partito di potere» e spiega perchè le alleanze col Pdl si valuteranno caso per caso: «Regione per regione ci alleiamo laddove i programmi dei governatori, e le personalità presentate, hanno un profilo che ci permetta di fare la nostra politica. Col Pdl come con il Pd. Non chiediamo e non abbiamo mai chiesto posti».