Le intercettazioni telefoniche costano molto, ma sono strumenti di indagine essenziali. Lo ha detto il procuratore generale della Cassazione, Vitaliano Esposito, alla cerimonia di inaugurazione dell'anno giudiziario. «Sono strumenti utili per il contrasto a diversi fenomeni criminali e ancora di più necessari per le indagini sulla criminalità organizzata o finalizzate alla cattura di latitanti, in un periodo storico in cui il contributo dei collaboratori di giustizia è estremamente ridotto. L’auspicio è che siano reperite risorse adeguate a un servizio più efficiente».
PROCESSI LENTI – Il primo presidente Vincenzo Carbone ha sottolineato che in Italia i processi del settore civile avvengono a una velocità che ci pone – nella graduatoria dell'efficienza giudiziaria – al posto numero 156 (su un totale di 181 Paesi), attestandoci così dopo Stati come l'Angola, il Gabon, la Guinea e Sao Tomè. I dati sono tratti da un rapporto della Banca Mondiale. «Non possiamo andare avanti così – ha aggiunto Carbone -. La crisi della giustizia ha conseguenze che vanno ben al di là dei costi e degli sprechi di un servizio inefficienti e si estendono alla fiducia dei cittadini, alla credibilità delle istituzioni democratiche, allo sviluppo e alla competitività del Paese. La crisi di fiducia da parte dei cittadini è la conseguenza più dolorosa dei dati appena esposti e l'incoraggiamento più forte a lavorare per modificarli».
RIFORMA GIUSTIZIA – Il vicepresidente del Csm Nicola Mancino ha parlato della riforma della giustizia, sottolineando che deve essere «praticabile e condivisa». «Quella che stiamo vivendo è una fase interessante per affrontare le riforme necessarie nel settore giustizia, come Lei, con grande equilibrio e riconosciuto senso delle istituzioni, puntalmente sottolinea auspicando capacità di ascolto e di dialogo fra le forze politiche e la magistratura» ha detto rivolgendosi al presidente Napolitano. Il Csm, aggiunge Mancino «è pronto a fare la sua parte, a dare il suo contributo, convinto che il corretto puntuale funzionamento della macchina giudiziaria richiede intese capaci di innovazione profonde ma durature». Poi ha rivolto al ministro della Giustizia Alfano «l'augurio di portare a compimento un lavoro di primaria importanza».
I PRESENTI – Al Palazzo di Giustizia di Roma sono presenti, oltre al presidente Napolitano e al ministro Alfano, i presidenti di Senato e Camera Schifani e Fini, il presidente della Corte Costituzionale Giovanni Maria Flick, il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Gianni Letta, i ministri degli Esteri Franco Frattini, della Pubblica amministrazione Renato Brunetta, della Semplificazione legislativa Roberto Calderoli, il ministro ombra del Pd per la Giustizia Lanfranco Tenaglia, i vertici delle forze dell'ordine e militari.
