Mauro Falcone è un ispettore di polizia penitenziaria di 39 anni originario di Piazza Armerina, in provincia di Enna e lavora presso il carcere di massima sicurezza di Bicocca a Catania; improvvisamente, preso da un raptus improvviso, ha ucciso il collega Davide Aiello di 32 anni con la pistola di ordinanza.
Prima di fare esplodere la sua follia omicida, Falcone era stato notato da un collega in una cella, al buio, a pregare in ginocchio con la Bibbia in mano: Falcone aveva finito il suo turno di lavoro a mezzanotte, ma si era intrattenuto con i colleghi per un’ora e mezza. Poi era andato a prendere un caffè con un agente; all’improvviso, come se si fosse ricordato di avere qualcosa da fare, era tornato indietro fino a raggiungere Davide Aiello, contro il quale ha sparato l’intero caricatore della pistola d’ordinanza. Dopo aver ucciso il collega, l’uomo si è seduto e ha pronunciato delle frasi senza senso come «Satana» e «il male assoluto».
In passato all’ispettore che soffriva di violente crisi depressive una commissione medica aveva vietato l’uso della pistola, che gli era stata successivamente restituita. Il procuratore di Catania, Vincenzo D’Agata, ha definito l’omicidio «un delitto di ordinaria follia. Allo stato non emergono contrasti tra l’omicida e la vittima, ma emerge la personalità dell’ispettore che in passato aveva sofferto di crisi depressive, tanto che per un periodo gli era stata tolta la pistola d’ordinanza. Bisognerà vedere come mai gli è stata restituita».