Sconti agli studenti non se ne fanno, ma per l’aborto all’ottavo mese non c’è nessun problema. L’ospedale femminile di Huaxi, nella città cinese di Chongqing, ha negato di avere mai praticato sconti sull’aborto agli studenti, ma offre comunque assistenza per le interruzioni di gravidanza anche ad un mese dal termine della gestazione.
Il quotidiano China Daily aveva scritto che l’ospedale avrebbe offerto sconti del 50% con la promessa che «l’operazione non è dolorosa e non nuocerà agli studi».Ma il personale dell’istituto ha negato all’Ansa di essere al corrente di alcuna iniziativa a riguardo.
Anche i medici dell’assistenza online sul sito internet dell’ospedale hanno confermato la versione, non negando però assistenza alle adolescenti che chiedono di abortire anche con feti di sette-otto mesi.
Poco più di un mese fa, l’agenzia di Stato Nuova Cina ha pubblicato per la prima volta statistiche ufficiali sull’aborto esprimendo «preoccupazione per la diffusione della pratica fra i più giovani».
Secondo i centri di ricerca cinesi, sono 13 milioni gli aborti praticati ogni anno nel Paese, e probabilmente molti di più, secondo la stampa ufficiale.
Accanto agli ospedali regolarmente registrati, infatti, esiste un fitto sottobosco di strutture clandestine. Centinaia di siti internet sponsorizzano piccole cliniche private. Cliccando su parole chiave come “aborto facile, tecnica indolore”, si aprono in pochi secondi decine di finestre con i nomi di sedicenti esperti che invitano al dialogo e dispensano consigli: «Al nono mese? Si può fare, ma è meglio evitarlo perchè il tasso di sopravvivenza del bambino è alto, e sarebbe uno spreco economico».
Nel regolamento introdotto nel 2002 contro la diagnosi del sesso prenatale – causa frequente in passato di aborti discriminatori del sesso femminile – è indicato che per interrompere la gravidanza oltre le 14 settimane serve «l’approvazione delle autorità».
«In base alle successive linee guida del 2003, la vita del feto non si dovrebbe in ogni caso mai interrompere dopo le 27 settimane», hanno spiegato i funzionari della Commissione nazionale per la popolazione e la pianificazione familiare, chiarendo però che «non si tratta di una legge e non sono perciò previste pene per chi decide diversamente. E’ consigliato però di evitare l’aborto in una fase avanzata della gravidanza, perchè comporta troppi rischi».
