Nuovo giro di vite in Cina su Internet. Pechino ha chiesto ai produttori di pc di introdurre, a partire dal primo luglio, un software per bloccare i siti web sgraditi al governo.
La notizia, anticipata dal quotidiano Wall Street Journal, è stata confermata dalla Jinhui, l’ impresa produttrice del filtro-software «Green Dam Youth-Escort». Il fondatore della Jinhui Bryan Zhang ha spiegato che non si tratta di censura politica: l’unico scopo del software è formalmente quello di impedire l’ accesso ai siti pornografici.
«Le vacanze estive si avvicinano e molti genitori cinesi si preoccupano di quelle che possono vedere i figli; questo è lo scopo del software» ha spiegato. Non è chiaro in che forma il governo cinese riuscirà ad imporre ai produttori l’ uso di «Green Dam» e se si tratterà di un programma non introdotto di default nel sistema operativo. Secondo Jinhui sarà un«optional», un prodotto che in teoria potrebbe non essere usato dai consumatori: l’ uso del nuovo software«non e’ obbligatorio, sarà possibile non attivarlo».
Il ministero dell’ Industria e della Tecnologia Informatica afferma che i produttori di computer devono comunicare il numero di pc che hanno venduto precisando quali siano i software che vi hanno installato: il «Green Dam»è stato già installato in alcune decine di milioni di pc venduti da imprese locali come la Lenovo e la Haiher nelle province cinesi.
Inoltre, è stato introdotto nei computer delle scuole e degli Internet Cafè cinesi: l’introduzione del software in tutti i computer venduti in Cina rappresenta un problema etico anche per i giganti stranieri come Dell e Hp, che non intendono rinunciare al mercato più promettente per l’ industria informatica. Tuttavia, se rispettassero l’ordine del governo cinese, incrementerebbero ulteriormente il controllo di Pechino sui contenuti ai quali hanno accesso i cittadini cinesi. In Cina, peraltro, la censura di internet è già forte grazie al sistema «Great Firewall», un sistema di rilevamento di siti sgraditi, che vengono automaticamente bloccati.
