Cina/ Proibita la cura elettroshock per i “dipendenti” da Internet, una pratica molto diffusa

Il ministro della Sanità cinese ha proibito le cure elettroshock per i “malati” di Internet. La pratica medica a base di scariche elettriche è, secondo le fonti di The Guardian, diffusa in tutto il paese.

Il giornale britannico ha raccolto la testimonianza di Teng Fei, un diciassettenne sottoposto, per la sua “dipendenza” da Internet, a una terapia elettroconvulsivante. E’ stata la madre, dopo aver visto una pubblicità anti-internet in tv, a portare il giovane in un centro di cura. Appena ricoverato, il ragazzo ha subito una prima scarica elettrica; nelle settimane seguenti ne sono seguite molte altre, spesso giustificate dai medici come sanzioni per futili infrazioni alle regole della clinica.

A seguito della campagna del governo contro l’abuso di Internet, i dottori cinesi hanno divulgato lo scorso anno un modello di diagnosi di “dipendenza da Internet”. E’ dipendente, secondo la definizione, chi spende almeno sei ore on line al giorno e mostra sintomi che vanno dal desiderio di rimettersi al computer alla paura dei contati sociali, a irritazioni e difficoltà a concentrarsi o a dormire.

Nei mesi scorsi, sono state numerose le voci che si sono levate, specie nei media locali, contro questa pratica medica e contro la definizione vaga della malattia.

Una notizia divulgata sul sito web del ministero della Sanità ha affermato che l’attendibilità della terapia elettroconvulsivante non è certificata e che quindi questa dovrà essere interrotta immediatamente.

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fmontorsi