All’emergenza clandestini si risponde con misure d’emergenza: già da oggi partiranno così i primi rimpatri di migranti direttamente da dove sono sbarcati, da Lampedusa. A gennaio, inoltre, via ai pattugliamenti congiunti nelle acque libiche. Ad annunciarlo il ministro dell’Interno, Roberto Maroni.
Il ministro ha annunciato che «chi sbarca a Lampedusa sarà rimpatriato entro pochi giorni direttamente da Lampedusa, senza essere trasferito in altri centri italiani. Ho dato disposizioni per attivare un centro idoneo al riconoscimento e all’espulsione. Domani o al massimo dopodomani ci saranno i primi voli di rimpatrio». In questi giorni l’isola è meta di un flusso ininterrotto di carrette del mare che scaricano migranti ed il centro di accoglienza dell’isola scoppia. Oggi 280 clandestini sono stati trasferiti in altre strutture. A Lampedusa ne restano circa 1.300 (la capienza è di 800).
Ma la vera soluzione finale per l’emergenza sbarchi il ministro dell’Interno la individua nei pattugliamenti congiunti delle coste libiche, che dovrebbero partire a gennaio con sei motovedette messe a disposizione dall’Italia, ad oltre un anno dall’accordo in merito siglato siglato dall’allora ministro dell’Interno, Giuliano Amato, con il suo collega libico. Con l’avvio dei pattugliamenti, secondo Maroni, «potremo dire addio una volta per tutte al problema degli sbarchi a Lampedusa».
La linea dura annunciata dal ministro non piace al Pd ed alle associazioni. «Falliti gli accordi con la Libia per mancata ratifica da parte del Parlamento – attacca Jean-Leonard Touadi, deputato del Pd – ora Maroni annuncia i rimpatri di massa da Lampedusa. Anche questo è un annuncio che resterà senza effetto perchè i rimpatri sono contrari alle norme internazionali e alla dignità delle persone, oltre che incredibilmente onerosi per le casse dello Stato». Analoga la posizione di Filippo Miraglia, dell’Arci, che ricorda come «l’Italia sia stata già condannata dalla Corte europea di Strasburgo per un’analoga iniziativa varata dell’ottobre 2005 dell’allora ministro Pisanu». Mentre la portavoce in Italia dell’Alto commissariato Onu per i rifugiati (Unhcr), Laura Boldrini, mette in guardia dal rischio di «espulsioni generalizzate» e ricorda che «devono essere tutelati i diritti dei richiedenti asilo».
