CLIMA: GOVERNO ITALIANO ALLA UE, ”MODIFICHE O L’ACCORDO SALTA”

«Tutti i leader hanno ribadito la loro determinazione per arrivare ad un accordo sul pacchetto clima entro l’anno. Non vedo quindi come sia sorta la questione di un suo eventuale rinvio». Lo ha detto il commissario Ue all’Ambiente, Davos Dimas, in occasione del Consiglio Ambiente Ue. Dimas ha anche aggiunto: «Credo che il tempo rimasto sia sufficiente» per arrivare ad un accordo. Immediata la replica della Prestigiacomo: «L’Italia lavora per arrivare a un’intesa condivisa all’unanimità ma è chiaro che se non ci saranno modifiche importanti del pacchetto clima a dicembre non ci potrà essere un accordo».

I ministri Ue dell’Ambiente si stanno confrontando a Lussemburgo sul "Pacchetto clima-emergia. Sul tavolo del Consiglio, il ministro Stefania Prestigiacomo ha posto la richiesta dell’Italia di una «clausola di revisione» da inserire nel ’Pacchettò proposto dalla Commissione Ue, per consentire un approfondimento dei costi effettivi per il sistema industriale dei tagli alle emissioni di CO2, giudicati più penalizzanti per l’industria italiana, rispetto a quelle di altri Paesi. «Il pacchetto così come è ora non è accettabile. Sono necessari cambiamenti significativi», ha detto il ministro ai giornalisti, «se la Commissione europea lo riterrà creeremo un tavolo tecnico per verificare i costi… Noi abbiamo molte richieste di modifiche e speriamo che finalmente possano essere valutate».

Il ministro è sicuro «delle cifre italiane» (25 miliardi di euro l’anno) relative ai costi sul sistema industriale nazionale derivanti dall’impegno che l’Europa vuole assumersi per ridurre le emissioni di gas-serra e stabilizzare gli effetti dei cambiamenti climatici. Altri sette Paesi -Estonia, Lettonia, Lituania, Bulgaria, Ungheria, Romania e Slovacchia- fortemente dipendenti dal carbone per l’energia hanno sollevato eccezioni soprattutto per i costi di riconversione del settore termoelettrico. E anche la Polonia, insieme con l’Italia, la settimana scorsa al Consiglio europeo minacciò il veto sul ’Pacchettò.

Il ministro tedesco all’Ambiente, Sigmar Gabriel, sebbene il suo Paese si sia mostrato favorevole a un allentamento dei vincoli del Pacchetto per i settori a elevato consumo energetico -acciaio, cemento e chimica di base- come pure dei parametri contenuti nella delibera per la riduzione delle emissioni di CO2 nelle automobili, ha esortato i colleghi a non farsi scudo della crisi finanziaria internazionale. «Ho l’impressione che la crisi dei mercati sia una scusa», ha detto, «Se non troviamo un accordo entro dicembre, i negoziati internazionali sui cambiamenti climatici saranno gravemente compromessi».

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