Conserva i reperti della culla della civiltà, ma solo gli iracheni possono godere dal vivo delle bellezze mesopotamiche. Il museo virtuale dell’Iraq, voluto dal Cnr, ha riscosso grande successo con un record di visite: in meno di quattro mesi ha registrato oltre 120 mila contatti.
I tesori in esso contenuti sono divenuti accessibili a tutto il mondo grazie all’intesa del Centro nazionale di Ricerca con il Ministero degli Affari Esteri: «Sono state oltre 400.000 le pagine cliccate e oltre 120 mila i visitatori. Le pagine in inglese sono più visitate di quelle in italiano, con un rapporto di circa 2/3, 1/3. Nella classifica dei navigatori, gli Stati Uniti si piazzano primi con oltre 35 mila accessi, battendo l’Italia con 24 mila circa, seguono Brasile, Canada, Regno Unito, Porto Rico. Spiccano al settimo posto, gli Emirati Arabi che precedono quanto a visite, la Turchia, la Germania e la Svezia», spiega Roberto de Mattei, vice Presidente del Cnr.
Il portale web, realizzato in italiano, inglese e arabo, permette agli internauti di godere delle bellezze di Sumeri e Babilonesi, fruibili fino a pochi mesi fa solo nel museo di Baghdad, riaperto a febbraio dopo una fase di ristrutturazione. «L’allestimento non si sovrappone a quello reale, ma si presenta come la sua proiezione comunicativa attraverso una selezione delle opere più significative dell’antica civiltà mesopotamica, incluse quelle custodite nei principali musei del mondo».